Clima: “siamo troppo lenti nelle nostre politiche. Il punto sull’accordo di Parigi si farà alla Cop22 di Marrakech

L’Italia potrebbe essere “un Paese leader nella battaglia ai cambiamenti climatici; oggi così non è perché le nostre politiche sono sempre un po’ troppo lente”. E’ quanto afferma il vicepresidente di Kyoto Club Francesco Ferrante all’Adnkronos parlando della Cop22 di Marrakech che si terrà dal 7 al 18 novembre 2016.

Adottato nel dicembre 2015, l’accordo di Parigi prevedeva che l’entrata in vigore avvenisse 30 giorni dopo la definizione degli strumenti di ratifica, accettazione, approvazione o adesione di almeno 55 Parti della convenzione Unfccc che rappresentano almeno il 55% delle emissioni globali di gas serra. Il superamento di queste soglie, avvenuto il 5 ottobre scorso, fa sì che l’accordo entrerà in vigore il 4 novembre, quindi qualche giorno prima della 22esima sessione della Conferenza delle Parti della Unfccc (United Nations Framework Convention on Climate Change).

La Cop22 “inizia sotto i migliori auspici, inizierà con l’accordo di Parigi entrato in vigore e quindi diventa vincolante per tutti – continua Ferrante – Parigi si era conclusa con un passo avanti storico dal punto di vista dell’obiettivo che veniva dato: rimanere sotto i 2 gradi, meglio 1,5 gradi di aumento della temperatura (rispetto all’era preindustriale, ndr)”. A Parigi, però non è stato altrettanto vincolante un aspetto, cioè che la somma degli impegni dei singoli Paesi corrispondesse “poi all’obiettivo che ci si era dati”.

Quindi “Marrakech sarà una tappa importante per cercare di capire sia come implementare, come aumentare, quegli impegni per la riduzione dei gas serra per ogni singolo Paese sia per l’altro fronte che era centrale nel dibattito a Parigi ed è centrale per il futuro e per il miglioramento del nostro Pianeta dal punto di vista delle risorse – continua il vicepresidente Kyoto Club – cioè come fa questa parte del mondo più ricca che ha utilizzato le fonti fossili per 200 anni per migliorare il proprio benessere a restituire ai Paesi più poveri la possibilità, attraverso il know how tecnologico e le risorse economiche, di progredire senza inquinare come abbiamo fatto noi”.

Quindi una tappa importante seppure non storica come quella del dicembre scorso. “Credo sarà una tappa importante per andare a vedere come mettere in pratica le cose che a Parigi sono state dichiarate – spiega Ferrante – L’Europa è riuscita a ratificare Parigi prima di Marrakech anzi è stata decisiva per l’entrata in vigore però purtroppo bisogna dire che ha perso un po’ la leadership che aveva avuto fino ad allora ed è un po’ paradossale che americani e cinesi che sono quelli che hanno sempre frenato sono diventati quelli che investono di più pensando che sia anche un’opportunità economica”.

“In questo quadro il fatto che l’Italia non abbia ancora fatto il suo dovere, non abbia ratificato quel protocollo, dimostra una distrazione della nostra classe dirigente sul tema che lascia un po’ preoccupati. L’Italia sull’energia vanta alcuni record: è il Paese sviluppato con più fotovoltaico al mondo, abbiamo il 40% dell’energia elettrica che produciamo da rinnovabili – conclude – Sono dati positivi che se volessimo rivendicare fino in fondo ci renderebbero un Paese leader nella battaglia ai cambiamenti climatici, oggi così non è perché le nostre politiche sono sempre un po’ troppo lente”.

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