Fossili vs. rinnovabili: il futuro sta nelle energie pulite e nell’efficienza energetica

Un articolo pubblicato su kyotoclub.org , in risposta a un’intervista a Davide Tabarelli, Presidente di Nomisma Energia, su Radio Capital, in cui si parla di fonti fossili, trivellazioni e riserve oil&gas.

Qualche giorno fa abbiamo ascoltato un’intervista radiofonica che Davide Tabarelli (Nomisma Energia) ha rilasciato a Radio Capital. Con Tabarelli abbiamo metaforicamente incrociato le armi sulle questioni energetiche decine di volte in questi anni in quanto lui – esperto e conoscitore della materia – ha sempre militato (auspico non si offenda per il verbo) dalla parte dei fossili e ha avuto sempre un atteggiamento prudente, se non distante e diffidente, sulle rinnovabili.

Questa volta però, temo che Davide abbia passato il segno, e forse a causa della necessaria sintesi richiesta da risposte radiofoniche, si è lasciato andare ad affermazioni apodittiche poco suffragate dai fatti a partire da quella su trivellazioni e riserve oil&gas.

Tabarelli ha collegato quella scelta addirittura all’indipendenza energetica, in questo momento di calo di consumi. Ma purtroppo i dati dicono un’altra cosa e, se anche volessimo raddoppiare la percentuale di produzione interna dei consumi totali (oggi al 10%), tale sollievo durerebbe appena 10-15 anni! Altro che indipendenza!

E poi che senso ha, vorremmo chiedere noi a Tabarelli, lanciarsi una rievocazione romantica del ruolo delle estrazioni del gas nel nord dell’Adriatico nella ripartenza italiana dopo la seconda guerra mondiale? Oggi, nel 2015!

 

Quello che ci distingue da Nomisma é proprio questo suo costante voltarsi indietro verso i fossili e non capire che il futuro sta nelle rinnovabili e nell’efficienza. Un innamoramento fossile che si estende anche al fracking e che gli fa liquidare ogni perplessità  sull’impatto ambientale (condivisa persino da interi stati in USA come quello di New York che ha recentemente vietato tale pratica) come “anti-scientifica”.

Il senso generale dell’intervista sembra quello di voler difendere le scelte (trivellazioni appunto) dell’ENI. Noi invece crediamo, all’opposto, che dopo il cambio di strategia che si sta affermando con il nuovo gruppo dirigente all’Enel, servire che anche l’altro nostro “campione nazionale” si convincesse che se vuole mantenere il ruolo di compagnia energetica globale, deve iniziare ad attrezzarsi, e a farlo rapidamente, per andare oltre il petrolio e il gas. Li di futuro non ce ne é più tanto.

 

Francesco Ferrante, Vicepresidente di Kyoto Club.

 

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