TRAFFICO ILLECITO RIFIUTI: OPERAZIONE NOE UMBRIA, LAZIO E TOSCANA

“ENNESIMA DIMOSTRAZIONE DEL PROBLEMA, RIPRENDERE SUBITO IL PIANO DI GESTIONE PER I RIFIUTI”

Perugia, 4 agosto 2006 – “Questa operazione dimostra ancora una volta che il problema esiste anche per la Regione Umbria e che va affrontato”. àˆ il commento del Senatore Francesco Ferrante sulla vasta operazione che ha visto il Noe impegnato tra l’Umbria, Toscana e Lazio per un traffico illecito di rifiuti ferrosi. Proprio oggi sul Lago Trasimeno in occasione della Goletta dei laghi di Legambiente, il Senatore Ferrante, ha anche sottolineato come: “si renda sempre più necessaria la messa a punto da parte della Regione, di un piano per una corretta gestione dei rifiuti, colpevolmente abbandonato”.

GOLETTA DEI LAGHI DI LEGAMBIENTE SUL TRASIMENO

COLTURE IDROVORE, CEMENTIFICAZIONE SELVAGGIA, SVILUPPO URBANISTICO SREGOLATO: ECCO I FATTORI DI RISCHIO PER LA SALUTE DEL TRASIMENO LEGAMBIENTE: “LA DIFESA DEL TRASIMENO PRIMO PASSO PER FAR CRESCERE L’ECONOMIA LOCALE IN MODO DUREVOLE E SOSTENIBILE”

Colture idrovore ed estensive, lottizzazioni edilizie scriteriate, sviluppo disordinato delle periferie e delle aree industriali dei comuni rivieraschi: ecco i fattori che secondo Legambiente hanno messo a rischio lo stato di salute del lago Trasimeno, che in dieci anni ha visto una costante diminuzione delle acque, fino a raggiungere un livello di almeno un metro e mezzo sotto lo zero idrometrico. A parlare dei problemi e delle risorse del quarto lago più grande d’Italia sono stati oggi il Senatore Francesco Ferrante direttore generale Legambiente, Sauro Cristofani assessore all’Ambiente della Provincia di Perugia e Vanessa Pallucchi presidente Legambiente Umbria in occasione di un giro in barca lungo le rive del Trasimeno organizzato nell’ambito della Goletta dei laghi di Legambiente, la campagna per la tutela e il monitoraggio delle acque lacustri italiane realizzata con il contributo di Coou (Consorzio obbligatorio degli oli usati) e il Cobat (Consorzio obbligatorio batterie esauste). “Quella dei laghi – ha dichiarato Francesco Ferrante direttore generale Legambiente – è una fetta importante del nostro patrimonio paesaggistico, naturale e culturale, che non ha nulla da invidiare alle più belle e prestigiose mete turistiche costiere del Bel Paese. Eppure la loro importanza ecologica ed economica è troppo spesso sottovalutata e il loro fragile ecosistema minato dal peso delle attività  umane. Il Trasimeno è uno dei laghi a più alto grado di antropizzazione, con forti pressioni non solo turistiche ma anche residenziali direttamente sulle rive. àˆ dunque dalla difesa della risorsa lago, da una corretta gestione del territorio e da scelte urbanistiche che tutelino l’ambiente, che si deve partire per far crescere l’economia locale in modo durevole e sostenibile. Non a caso proprio il miglioramento delle condizioni ambientali generali in questo ultimo anno ha coinciso con un rilancio anche turistico ed economico dell’area. Una prova di più che tutela dell’ambiente e rilancio dello sviluppo, dappertutto e soprattutto in Umbria, devono andare a braccetto”. La piovosità  eccezionale degli ultimi due anni ha permesso al Trasimeno di uscire da una lunga crisi idrica, che ha avuto pesanti ripercussioni su attività  tradizionali come la pesca e il turismo, e dato l’opportunità  di uscire dall’emergenza e ripensare lo sviluppo dell’area in termini differenti rispetto al passato. Sono stati regolamentati gli attingimenti agricoli (in estate sono stati autorizzati solo quelli a goccia), incentivata la dismissione delle colture idrovore a favore di quelle tradizionali, ripristinata una corretta manutenzione del territorio. Si è inoltre aperto un tavolo promosso dalla Comunità  Montana nell’ambito del processo di Agenda 21 sulla sostenibilità  del turismo, che ha promosso una partecipazione estesa verso l’obiettivo della qualità  territoriale. “Queste azioni – ha dichiarato Vanessa Pallucchi presidente Legambiente Umbria – sembrano finalmente indicare nelle scelte dell’amministrazione una inversione di tendenza rispetto agli anni passati nella gestione del territorio. Anche se a nostro avviso i Comuni rimangono ancora troppo sedotti dal mattone, con il rischio che un’espansione edilizia scriteriata metta a rischio l’altra vera risorsa del lago che è il paesaggio”. Legambiente inoltre gestisce da 10 anni l’Oasi naturalistica La Valle, che effettua monitoraggi sull’avifauna, fa attività  di sensibilizzazione ambientale e conoscenza del territorio, dando un contributo notevole al monitoraggio sullo stato di salute del lago. In Umbria la Goletta dei laghi è realizzata con il contributo e il patrocinio della Provincia di Perugia e della Comunità  Montana Associazione dei Comuni del Trasimeno – Medio Tevere.

Museo storico e centro studi Enrico Fermi

INTERROGAZIONE PARLAMENTARE DI FERRANTE (ULIVO) PER ATTUARE LA LEGGE DEL ’99 E PROMUOVERE LA RICERCA SCIENTIFICA

Sette anni di promesse e rinvii, di restauri e conferme di trasferimento, sette anni per dare una sede legittima ad un museo e un centro studi e ricerche scientifiche di grande pregio, intitolato ad Enrico Fermi e al gruppo di studiosi (Amaldi, Rasetti, Pontecorvo, Majorana, Segré, D’Agostini), che dettero vita ad una stagione straordinaria per la ricerca e la scienza del XX secolo. Era il 1999 quando il Parlamento, attraverso la legge n. 62 del 15 Marzo 1999 – primo firmatario Athos De Luca -, destinò a Museo Storico e Centro Studi e Ricerche Enrico Fermi la palazzina, ex Istituto di Fisica di Via Panisperna a Roma, attualmente utilizzata dal Viminale per l’archivio del personale. Da allora il Centro Fermi è stato istituito e riceve i finanziamenti dallo Stato, ma continui rinvii per ristrutturazioni e trasferimenti logistici ne hanno impedito la legittima collocazione, con grave disagio per gli operatori scientifici e danno per la collettività . “Quali sono le ragioni che, ad oggi, impediscono il trasferimento del personale della palazzina destinata al Centro Fermi e quali iniziative si intendono assumere per dare attuazione alla legge 62 del 1999?” – ha chiesto il Senatore Francesco Ferrante (Ulivo) in una interrogazione parlamentare diretta ai Ministri degli Interni, dell’Università  e Ricerca e dei Beni e Attività  Culturali. – E come si intende completare un progetto culturale e scientifico di valore internazionale, di grande interesse per avvicinare le nuove generazioni alla scienza e contribuire alla ricerca nel nostro paese, nel nome di un grande scienziato come Enrico Fermi?”. Nel 2001 il Ministero degli Interni, a firma dell’allora Ministro Scajola, assicurava che per i primi mesi del 2003 sarebbe stata resa disponibile la palazzina per il Centro Fermi; di anno in anno lo stesso Ministero ha confermato il trasferimento giustificandone il ritardo con i tempi dovuti alla ristrutturazione. L’ultima comunicazione, dell’8 Novembre 2005, fa riferimento ai primi mesi del 2006 per la disponibilità  della palazzina destinata al Centro Fermi. Intanto l’appalto per il restauro della palazzina è stato aggiudicato e finanziato (delibera Cipe 20.12.2004 per 17.718.868,17 euro), le opere sono state iniziate e successivamente fermate, e il Centro Fermi è ospitato da anni in tre stanze all’interno del Viminale, con grave danno per la propria attività  scientifica e di ricerca, come peraltro segnalato dalla Corte dei Conti nella relazione del 2004 sul controllo sulla gestione del Centro Fermi. “A sette anni dalla legge, non ci sono più giustificazioni per nessuno – ha dichiarato Athos de Luca, Presidente del Comitato Panisperna – c’è solo da recuperare il tempo perduto. Ciascuno si assuma le proprie responsabilità : si proceda, come richiesto dal personale stesso, al trasferimento nei nuovi locali, si impieghino i soldi stanziati, si riprendano subito i lavori di restauro della palazzina per aprire al più presto ai giovani ricercatori il Museo e il Centro di ricerca Enrico Fermi “

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