Un’intesa necessaria

Ieri abbiamo eletto l’ufficio di presidenza del senato (vice presidente, segretari, questori) e anche questo passaggio che di solito è una formalità , vista la risicata maggioranza di cui godiamo, era diventato un snodo politico perché se non fossimo stati presenti in massa si sarebbe corso il rischio di non avere la maggioranza in questo organismo fondamentale per i lavori del senato. 

àˆ andata bene, c’eravamo quasi tutti. Ma anche questo episodio dimostra non solo la necessità  di una presenza costante e senza eccezioni, ma anche che sarà  davvero difficile condurre i lavori del senato se non si pensa di trovare una qualche forma di intesa, seppur nel rigoroso rispetto delle diversità  dei ruoli, anche con l’opposizione.La composizione delle commissioni nei prossimi giorni sarà  un altro delicato passaggio, dato che è impossibile riuscire ad avere la maggioranza e quindi le presidenze in tutte e che quindi la “trattativa” con la Casa delle Libertà  sarà  ineludibile. Ovviamente non sono queste ragioni “tecniche” quelle più importanti, ma è evidente che anche queste devono pesare sulla scelta politica che a me pare indispensabile di provare ad avere un accordo largo sul nome del Presidente della Repubblica.La notizia dell’incontro tra Prodi e Berlusconi è buona da questo punto di vista, vedremo se darà  frutti. Tra i vice presidenti da votare fino a ieri sembrava che ci potesse essere un’amica, la brava senatrice verde Loredana De Petris. In extremis le scelte della coalizione sono state diverse. Peccato. Inganniamo l’attesa dello spoglio discutendo con qualche collega della vicenda Autostrade e in particolare dell’intervista con cui il segretario della Cisl Bonanni sostanzialmente propone la ristatalizzazione dell’azienda. Una proposta probabilmente irrealizzabile anche soltanto per le cifre in ballo e per l’esborso impossibile. Però le vicende di questi giorni fanno risaltare una verità  che a me appariva evidente anche prima: le privatizzazioni senza contemporanee liberalizzazioni sono pericolose e di dubbia utilità . Le Autostrade sono un monopolio naturale, averle privatizzate non ha comportato alcun beneficio per l’utente e anzi oggi emerge con tutta evidenza quello che noi sostenevamo da tempo, cioè che a fronte di tariffe molto favorevoli per l’azienda mancavano gli investimenti necessari soprattutto nel campo della manutenzione. Maggiore vigilanza in tutti quei settori sottoposti a concessione da parte dello stato: anche questo un compito fondamentale del prossimo governo e di noi parlamentari