Comunicati

Banda larga: in tempo di crisi il Governo non investe sul futuro

“In tempo di crisi non si investe sul futuro. àˆ questa la morale che si potrebbe trarre dalla decisione del governo di congelare lo stanziamento di 800 milioni per la diffusione della banda larga e che suscita le dure e doverose critiche di Confindustria. Pur condivisibile, la necessità  di impiegare le risorse per le emergenze anti-crisi, a partire dall’occupazione, sembra tralasciare gli effetti che la rinuncia a modernizzare le telecomunicazioni del paese potrà  avere in termini di mancato incremento della produttività ” – lo dichiara il sen. Francesco Ferrante (Pd), preannunciando in merito un’interrogazione parlamentare ai ministri Tremonti e Scajola.

“ Mentre si stanziano miliardi di euro per opere  faraoniche di dubbia utilità  come il Ponte sullo Stretto di Messina e si impegnano decine di milioni di euro per la metropolitana di Brescia, si lascia nel cassetto un progetto che, con un investimento complessivo di 1,5 miliardi, porterebbe a un incremento del Pil di 2 miliardi, previsioni diffuse dal governo stesso, attraverso il viceministro alle Comunicazioni Paolo Romani nei giorni scorsi. Senza contare – continua Ferrante –   il coinvolgimento nel progetto, in quattro anni, di 4mila ingegneri, 11mila tecnici, 28mila operai, 6mila impiegati. Anche queste sono stime diffuse dal governo, prima che i fondi fossero congelati in attesa di tempi migliori. Emerge una verità  da troppo tempo nascosta agli occhi degli utenti: se i fondi sono stati girati agli ammortizzatori sociali e ad altri interventi, allora i soldi non sono stati dirottati soltanto da poche ore.”

“ La scelta programmatica, quindi – sottolinea il parlamentare Pd –  deve giocoforza risalire a giorni fa, quando ancora organismi istituzionali auspicavano uno sblocco da parte del CIPE per moneta in realtà  mai realmente stanziata allo sviluppo della Banda Larga, poiché mai concretamente messa a disposizione. “

“Quando si è deciso di tirare il freno allo sviluppo della competitività  del Paese? Forse quando, grazie alla Rete, è stato smascherato il bluff della inesistente tempesta di neve che tratteneva Berlusconi in Russia da Putin?”

PONTE STRETTO: “ALTRO CHE COSTO ZERO, FINITO TEMPO FROTTOLE

“Già  ora governo stanzia 1,3 miliardi di euro, contro i 120 milioni per rischio alluvioni”.

 “Con il via libera del Cipe alla fase di progettazione del Ponte sullo Stretto di Messina finisce il tempo delle chiacchiere e delle frottole raccontate dal Governo agli italiani. Ben un miliardo e trecento milioni di euro di soldi pubblici vengono destinati a un’opera che non serve ai drammatici problemi di mobilità  del Mezzogiorno, mentre per la difesa del suolo, per prevenire nuove tragedie come quella recente di Messina, resta meno di un decimo, poco più di 120 milioni.”
Lo dichiarano i senatori ecodem del Pd Roberto Della Seta e Francesco Ferrante, che aggiungono: “Ancora una settimana fa il ministro delle Infrastrutture Matteoli ripeteva che ‘alle casse pubbliche il Ponte non costa una lira’, ma oggi viene messo nero su bianco un esborso di risorse pubbliche che sarebbe assai più utile per rendere un più moderna ed efficiente la rete ferroviaria della Sicilia e della Calabria o magari per mettere in sicurezza il territorio meridionale dal rischio frane e alluvioni. Almeno il Governo abbia il coraggio di dire la verità : lo Stato per quest’opera faraonica e inutile spenderà  alla fine svariati miliardi di euro, risorse evidentemente sottratte a impieghi decisamente più urgenti”.

Ferrante Senatore Partito Democratico

Francesco Ferrante da ieri è tornato sugli scranni di Palazzo Madama.
Ecodem, primo dei non eletti nel collegio dell’Umbria, è subentrato al senatore dimissionario del Partito democratico, Leopoldo Di Girolamo, eletto sindaco di Terni.
Già  senatore nella XV Legislatura e per dodici anni ai vertici di Legambiente, Ferrante ricopre anche la carica di direttore generale del Gruppo a Palazzo Madama.

VIGNI, PRESIDENTE ECODEM. “SI RAFFORZA LA PRESENZA ECOLOGISTA NELLE ISTITUZIONI”

Soddisfazione degli Ecologisti Democratici per la proclamazione a senatore di Francesco Ferrante, membro dell’esecutivo nazionale dell’associazione, avvenuta ieri mercoledì 4 novembre.
L’aula di Palazzo Madama ha infatti approvato le dimissioni del senatore Leopoldo Di Girolamo (Pd), eletto sindaco di Terni nei mesi scorsi. Francesco Ferrante è quindi subentrato a Leopoldo Di Girolamo come primo dei non eletti del Partito Democratico nel collegio dell’Umbria.
“Si rafforza la presenza ecologista nelle istituzioni – commenta il presidente nazionale Ecodem, Fabrizo Vigni -, in un momento decisivo per le politiche ambientali e per le prospettive della green economy”.

LEGAMBIENTE: “UNA BUONA NOTIZIA PER L’AMBIENTE”

“Ferrante a Palazzo Madama è sicuramente una buona notizia per l’ambiente !”. Così Legambiente interviene sul ritorno al Senato, tra le fila del Partito Democratico, di Francesco Ferrante, già  direttore generale dell’associazione ambientalista e attuale membro della sua segreteria.
“Siamo convinti che Francesco saprà  sostenere e far passare le ragioni dell’ecologia con l’intelligenza, la tenacia e la preparazione con cui le ha sempre portate avanti. A lui gli auguri affettuosi di tutta Legambiente”.

REALACCI: “FERRANTE SENATORE RAFFORZA AMBIENTE NEL PD”

“L’ingresso di Francesco Ferrante tra i banchi di Palazzo Madama, rafforza l’impegno del Pd sui temi dell’ambiente e della qualità  dello sviluppo. Le sfide della green economy, della qualità , dell’innovazione sono le leve su cui puntare per rilanciare il paese e sono centrali per il futuro del Partito Democratico. Il contributo di Francesco Ferrante sarà  importante in questo senso, insieme a quello dei numerosi delegati eletti all’assemblea nazionale di ispirazione ambientalista”, lo afferma Ermete Realacci (PD), commentando la nomina a senatore di Francesco Ferrante, primo dei non eletti in Umbria alle ultime elezioni politiche.
“Ferrante”, prosegue Realacci “che già  nella scorsa legislatura aveva rappresentato l’Umbria in Senato subentra a Leopoldo Di Girolamo, il quale con un atto di coerenza, a differenza di quando accade in altri casi, ha presentato le sue dimissioni una volta eletto sindaco di Terni per incompatibilità  tra la carica parlamentare e il mandato di amministratore”.

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