Comunicati

Energie Rinnovabili:“l’Italia è in grave ritardo, non si perda altro tempo”

 Interrogazione del Senatore Ferrante (Ulivo): “ il governo metta in calendario l’approvazione delle linee guida per i progetti di impianti da fonti pulite”

“Sul fronte dello sviluppo delle energie rinnovabili siamo in un ritardo sconcertante. Basta scuse, occorre accelerare  e recuperare il distacco che abbiamo maturato nel confronto con gli altri Stati Europei. Si definiscano dunque tempi e modalità  con cui il Governo intende emanare le linee guida per l’approvazione dei progetti relativi a impianti da fonti rinnovabili: l’assenza di un quadro normativo di riferimento oggi rischia di mettere in discussione gli obiettivi fissati dal governo stesso con la Legge Finanziaria”.
Sono questi, in sintesi, i contenuti dell’interrogazione presentata dal senatore dell’Unione Francesco Ferrante ai ministri dello Sviluppo Economico Pierluigi Bersani, dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio e delle Attività  Culturali Francesco Rutelli.

In molti comuni oggi l’installazione di impianti fotovoltaici sconta serie difficoltà  legate alla mancanza di procedure standard, mentre alcune Regioni hanno approvato moratorie alla costruzione di impianti eolici, con gravi conseguenze nello sviluppo di una delle fonti rinnovabili con le maggiori potenzialità  di sviluppo. Intanto la Finanziaria prevede incentivi per il solare termico e la revisione di quelli già  esistenti per il fotovoltaico e il programma dell’Unione si pone l’obiettivo di raggiungere entro il 2011 il 25% di energia elettrica da fonti rinnovabili, che è quanto fissato anche dal Libro Bianco dell’Unione Europea.

L’energia prodotta da rinnovabili in Italia oggi rappresenta solo il 7% che, escludendo il grande idroelettrico e i rifiuti, sulla cui definizione di “rinnovabilità ” si è opposta anche la UE,  la percentuale scende al 6,1%.

Occorre sanare questa situazione dando al nostro Paese una normativa nazionale chiara e dettagliata. “Perché è inconcepibile che in Germania, nonostante ci siano molti meno giorni di sole all’anno, siano installati 1537 MW di pannelli fotovoltaici contro i nostri miseri 36 MW. Perché puntare sulle fonti come il solare e l’eolico per ridurre la dipendenza dal petrolio e le emissioni climalteranti  – conclude la nota del Senatore Ferrante – è una scelta che conviene in termini ambientali, ma anche economici e di modernizzazione del Paese”.
 
 
 

L’ufficio stampa 349 5768894

 
 

 

MOSE/ Senatori Unione: “Voto del CDM ha scavalcato prerogative del ministro dell’Ambiente”

“Sul progetto di Mose manca la valutazione di impatto ambientale. Per quale motivo, quindi, il Consiglio dei Ministri ha votato a maggioranza il via libera, nonostante il parere negativo del ministro dell’Ambiente? In questo modo si scavalcano le prerogative dell’Autorità  nazionale competente in materia”.  
Lo chiedono i senatori dell’Unione con una interrogazione rivolta al presidente del Consiglio dei Ministri ed ai Ministri dell’Ambiente e delle Infrastrutture. L’interrogazione è stata sottoscritta dai senatori Edo Ronchi, Felice Casson, Francesco Ferrante, Donato Piglionica (Ulivo), dalle verdi Anna Donati (presidente della Commissione LLPP) e Loredana De Petris e dal presidente della Commissione Ambiente, Tommaso Sodano (PRC).
“Il 20 luglio scorso – si legge nell’interrogazione – la Commissione Ambiente del Senato ha approvato una risoluzione che, facendo proprie le osservazioni critiche e preoccupazioni avanzate dal Sindaco e dal Consiglio comunale di Venezia per il pesante impatto ambientale del Mose, invitava il governo ad avviare una verifica tecnica delle proposte di revisione progettuale degli interventi alle bocche di porto”.
“Si ricorda che l’opera in questione – evidenziano i senatori – non è provvista della necessaria valutazione di impatto ambientale, a seguito dell’annullamento disposto dal Tar Veneto (22 giugno 2000) del decreto negativo di compatibilità  ambientale del 1998, per difetto di forma dovuto alla difformità  fra il parere positivo della Soprintendenza di Venezia e quello negativo del Ministro dei Beni Culturali. E proprio per tale pronunciamento del Tar, il Consiglio dei Ministri nel marzo 2001 ribadì la necessità , una volta esauriti gli approfondimenti progettuali, di applicare il Dpcm 27 settembre 1997, che prevede una valutazione di impatto ambientale (ai sensi dell’art. 6 della L 349/86)”.
“Non si comprendono – continuano –  i motivi della recente approvazione a maggioranza, in Consiglio dei Ministri, per procedere alla realizzazione del Mose, pur in assenza di una valutazione ambientale e con parere contrario del ministro competente su questa delicata materia, regolata anche dal diritto comunitario.”
“Chiediamo infine – concludono gli esponenti dell’Unione – che, prima di una deliberazione del Comitatone, si assicuri una V.I.A. sul progetto, che prenda in considerazione anche le valutazioni del Comune di Venezia. E’ fondamentale un esame accurato delle proposte correttive sul Mose, avanzate dell’Amministrazione locale, al fine di contenere al massimo l’impatto ambientale di una grande opera che insiste sullo straordinario contesto lagunare di Venezia”.

Normativa REACH: “il Governo dia pieno sostegno alla sua approvazione in Consiglio Europeo”

Presentata oggi un’interrogazione parlamentare

dai senatori Ferrante, Ronchi  (Ulivo) e De Pretis (Verdi)

“Cosa intende fare il Governo riguardo alla nuova normativa europea, il c.d. REACH, sulla regolamentazione delle sostanze chimiche? Intende, o no, modificare la posizione del precedente governo di non introdurre l’obbligo di sostituzione delle sostanze ad alto rischio con alternative più sicure? Quali iniziative ha intrapreso la delegazione italiana in seno al Consiglio Europeo per sostenere gli sforzi della presidenza finlandese di raggiungere un accordo con il Parlamento, che ha dimostrato di essere il più attento alle richieste di sicurezza che vengono dai cittadini dell’Unione”?
E’ quanto chiedono i senatori dell’Ulivo, Francesco Ferrante ed Edo Ronchi, e la senatrice dei Verdi Loredana De Petris in un’interrogazione parlamentare presentata oggi  ai ministri Bersani, Pecoraro Scanio e Turco.

Il REACH (Registration, Evaluation, Authorisation and Restriction of Chemicals) è la normativa più importante sul piano industriale ed ambientale che l’Unione Europea abbia mai affrontato: sostituirà  con un regolamento e una direttiva i quaranta diversi atti legislativi in vigore, facendo chiarezza sul fronte legislativo e rafforzando la tutela dell’ambiente e della salute umana dei cittadini europei, considerando che a tutt’oggi non si conoscono i dati fondamentali sull’impatto sanitario e ambientale di circa il 90% dei composti chimici in commercio. Dovrebbe portare infatti a identificare ed eliminare gradualmente le sostanze chimiche più dannose attraverso la loro registrazione, valutazione e autorizzazione, introducendo l’obbligo di sostituire quelle a più alto rischio con alternative più sicure, stimolando anche la capacità  di innovazione dell’industria chimica europea.

“L’iter legislativo del REACH è giunto ormai alle fasi decisive – concludono i tre senatori –. Auspichiamo quindi che l’esecutivo esprima un chiaro e incondizionato sostegno alla normativa  e non subisca il pressing delle lobby industriali che sino a oggi in tutta Europa hanno cercato con ogni mezzo di indebolire il provvedimento. Occorre impegnarsi perché questa sia l’occasione giusta per stimolare il nostro sistema industriale sulla strada dell’innovazione, l’unica che può garantire all’Italia un ruolo nel mercato internazionale ”.
 
 
 

L’ufficio stampa 349 5768894

 
 
 
 

 

1 664 665 666 667 668 694  Scroll to top