Il Pd è finito se il patto di Bersani è conversione centrista

Se il ‘patto per l’Italia’ proposto da Bersani è l’idea di un’alleanza con i centristi e di una rottura con la sinistra che guarda a Vendola, segnerebbe la fine del Pd: non tanto perché spaccherebbe il suo gruppo dirigente, ma perché buona parte del nostro popolo ci abbandonerebbe”.

E’ quanto dichiarano i senatori ecodem Roberto Della Seta e Francesco Ferrante che aggiungono: “Il Partito democratico è nato per dare voce e risposta alla voglia di cambiamento dell’elettorato di centrosinistra, conquistando a una chiara prospettiva riformista anche tanti elettori delusi, incerti, cosiddetti ‘moderati'”. Per esempio, lo diciamo da ecologisti, è nato per mettere al centro del futuro l’intreccio firtuoso tra difesa dell’ambiente, dei beni comuni, e rinnovamento dell’economia, come avviene tra i progressisti di tutta Europa che su questo guadagnano consensi. Questa è la vocazione maggioritaria: immaginare il Pd come la casa comune dei riformisti italiani. Non si capisce come tutto questo si colleghi alla proposta del segretario Bersani. Delle due l’una: o questo patto propone un’alleanza temporanea con tutti quelli che vogliono portare il Paese fuori dal quindicennio berlusconiano, e allora è complicato escludere dai costituenti la sinistra, oppure ipotizza uno schieramento di governo con Pd e terzo polo, e in questo caso davvero si perderebbe l’ambizione fondativa del Partito democratico. Casini e Fini non sono riformisti, per oltre dieci anni hanno puntellato il potere di Berlusconi, e su tanti temi, a cominciare dall’ambiente, esprimono posizioni decisamente conservatrici”.