“Decreto crisi: la montagna ha partorito il topolino”

“Il provvedimento anticrisi che il governo, con colpevole ritardo rispetto alla maggiore tempestività  degli altri paesi europei e degli stessi Stati Uniti di Obama, ha finalmente emanato ieri appare del tutto inadeguato e insufficiente ad affrontare la tempesta economica che si è abbattuta anche sul nostro paese”: questo il commento degli Ecologisti Democratici sui contenuti del Dl approvato dall’esecutivo.
 

“Nel merito, i provvedimenti concreti in favore del settore automobilistico – dichiara Francesco Ferrante dell’esecutivo nazionale degli Ecodem – appaiono soltanto il proseguimento della ‘rottamazione’ già  prevista dal governo Prodi, ma allora la crisi non c’era e appare del tutto evidente che nelle mutate condizioni economiche questo timida iniziativa rischia di rappresentare una debole sostegno per un settore così importante dell’industria italiana con il rischio che anche le minacce di disoccupazione nel settore e nell’indotto diventino sempre più reali”.
 

“E’ veramente assurdo – continua Francesco Ferrante – non prevedere poi che gli incentivi fiscali per gli elettrodomestici, peraltro molto ridotti perché legati esclusivamente alle ristrutturazioni delle case, siano legati a obiettivi di efficienza energetica. Un paradosso che significherà  incentivare l’acquisto di lavatrici e lavastoviglie di bassa qualità  ed elettrodomestici magari importanti da paesi dove la manodopera è a basso costo. Più che un errore sembra la conferma dell’incapacità  di questo governo”.
 

“Questo provvedimento – conclude l’esponente Ecodem – appare quindi un’affannosa ‘toppa’: non c’è un’idea di futuro, un’idea di paese e di rilancio dell’economia. Di quelle politiche programmatiche che hanno invece dettato le iniziative nelle altre nazioni a partire dal ‘New Deal ecologico’ di Obama. Qui non è presente niente, né dal punta di visto quantitativo, perché le risorse sono insufficienti, né soprattutto dal punto di vista della ‘qualità ’ degli interventi. Se le norme introdotte fossero infatti state subordinate alla promozione di ricerca e sviluppo,avrebbero potuto incentivare l’industria italiana a produrre nuovi modelli ecologici e tecnologicamente avanzati”.