“Urge individuare linee di finanziamento utili al completamento, qualificazione e manutenzione del sistema infrastrutturale delle reti e degli impianti obsoleti per il recupero della risorsa idrica; bisogna introdurre una politica tariffaria solidale ma rigorosa che possa garantire a tutti il diritto ad uso corretto e adeguato dell’acqua; in ogni bacino inoltre, occorre passare dalla gestione della “domanda acqua” alla più corretta gestione dell’offerta, considerando cioè la quantità di acqua che abbiamo a disposizione e, in base a quello, determinarne gli usi possibili in agricoltura, nell’industria, nel civile, al contrario di quel che si fa ora”.
Sono questi – secondo il sen Ferrante (capogruppo Ulivo in commissione Ambiente), i principali interventi da realizzare per garantire una gestione ed un uso corretto della risorsa idrica nel nostro Paese, storicamente afflitto da problemi di dispersione e spreco di quella che è diventata la risorsa naturale più importante per il benessere sul pianeta.
“L’acqua è un bene primario e comune e, per tale motivo, tutte le autorità competenti sono chiamate ad operare per garantirne la salvaguardia e la corretta gestione – ha dichiarato Francesco Ferrante nel corso della conferenza stampa organizzata oggi a Roma da Ds e Dl sulle politiche per il corretto utilizzo della risorsa -. Nel mondo solo 16 persone su 100 possono aprire un rubinetto e veder scorrere acqua potabile, priva di agenti patogeni e di sostanze inquinanti, per bere, cucinare e lavarsi, eppure nel 44% delle città italiane, oltre il 30% dell’acqua viene dispersa per problemi di perdite di rete. Una situazione assurda questa dal momento che con una diversa e attenta politica di gestione è possibile ridurre fino al 40% gli attuali prelievi d’acqua per l’agricoltura, l’industria e gli usi domestici”.
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SPADARE SEQUESTRATE
“Non basta il sequestro delle reti ‘killer’. Ci vuole il pugno di ferro con tutti quei motopesca che se ne servono illegalmente”. Lo dichiara il sen. Francesco Ferrante della Margherita a proposito delle spadare vietate sequestrate oggi.
“Bene la guardia costiera che ha portato a termine una importante operazione. Questo tipo di reti sono state bandite dall’Ue già dal 2002 e quindi risultano in tutto e per tutto illegali. E sarebbe interessante sapere aprendo un’inchiesta se questi pescherecci che ancora usano le spadare, abbiano ricevuto i contributi statali che sono stati dati per eliminarle. Sono enormi i danni che provocano alla sopravvivenza stessa di alcune specie marine, soprattutto dei cetacei, splendidi animali che popolano i nostri mari, che vi rimangono impigliati e trovano la morte”.
“Una situazione intollerabile. Non ci si può limitare quindi al sequestro delle spadare. Adesso è più che mai necessario procedere anche con il sequestro di tutti quei pescherecci che in barba ai dispostivi vigenti e violando la legge, continuano a far uso di queste reti”.