Rinnovare la politica contro i “poteri fossili”

Intervista a GIUSEPPE IASPARRA PUBBLICATA DA TUTTOGREEN DE LA STAMPA

Un dibattito ormai classico, al quale si assiste da tempo, è quello sul costo della “bolletta energetica” in Italia. A questo fattore viene spesso associato il costo degli incentivi alle rinnovabili, ritenuti da alcuni troppo alti. àˆ di questo avviso anche il Ministro dello Sviluppo Economico , Flavio Zanonato, che recentemente ha proposto di spalmare su un periodo di tempo più lungo gli attuali incentivi .

«Il ministro Zanonato – ha commentato Francesco Ferrante, vicepresidente del Kyoto Club – non si distingue dai suo precedessori ( Romani e Passera ). Tutti e tre i ministri hanno ritenuto che uno dei compiti principali fosse “attaccare le rinnovabili”. Questo attacco continuo è un’azione evidentemente ispirata da quegli interessi che potremmo definire i “ poteri fossili ” preoccupati dall’avanzare delle rinnovabili. Oggi oltre un terzo della produzione delle energia elettrica in Italia arriva da fonti rinnovabili. Dopo aver creduto che le rinnovabili rimanessero marginali, i “poteri fossili” hanno pensato di cambiare strategia affermando che le rinnovabili sono la fonte del costo dell’energia troppo alto». Il vicepresidente del Kyoto Club sottolinea che «il valore degli incentivi alle rinnovabili in Italia è in linea con quello della Germania (Paese che, tra l’altro, negli ultimi anni ha registrato un costo della “bolletta” maggiore dell’Italia NdR)».

Ma nonostante l’offensiva, secondo Francesco Ferrante, “il popolo è dalla parte rinnovabili”: «A fronte dei continui attacchi sui media vogliamo far vedere esplicitamente che i cittadini stanno dalla parte delle rinnovabili e dalla parte delle imprese che stanno investendo in questo campo». In che modo? Greenpeace , Legambiente , WWF Italia e Kyoto Club promuovono per tutta la giornata di sabato 26 ottobre, presso i Fori Imperiali di Roma, una manifestazione dal titolo “L’Italia rinnovabile in festa ”. Alla manifestazione hanno aderito oltre 40 associazioni diverse tra ambientaliste, consumeriste, agricole e di categoria. «Saremo in piazza – sottolineano le associazioni promotrici – per un futuro energetico italiano incentrato sulle fonti rinnovabili e l’efficienza. Perché la rivoluzione energetica iniziata in questi anni, con oltre 600mila impianti distribuiti nel nostro Paese e oltre il 30% dei fabbisogni elettrici soddisfatti, non deve essere fermata».

Secondo gli ambientalisti, la “rivoluzione energetica” verrebbe però «costantemente e concretamente impedita da chi vuole fermare tutto questo per tornare a investire su carbone e trivellazioni di petrolio». Un caso emblematico riguarderebbe l’autoproduzione di energia. «Gli ultimi governi – denunciano le associazioni – hanno reso praticamente impossibili gli interventi necessari per poter scambiare energia con la rete elettrica (tanto produco con il mio impianto sul tetto, tanto prendo dalla rete, ossia il sistema di scambio sul posto), chiudendo le porte a qualsiasi richiesta nella direzione della riduzione dei consumi energeticiattraverso autoproduzione, efficienza e sistemi di accumulo con batterie. Addirittura – rimarcano gli ambientalisti – l’Autorità  per l’energia da 5 anni rinvia l’approvazione delle regole per i sistemi di gestione di reti e utenze locali che permetterebbero, come avviene in Germania, a Comuni, cooperative e aziende, di realizzare questo tipo di innovazioni. Ma non solo. La stessa Autorità  per l’Energia, in documenti pubblici, ha proposto di penalizzare questo tipo di soluzioni con oneri fiscali».

Guardando invece al futuro, quali sono le priorità ? Secondo Ferrante «la vera priorità  da affrontare è la rete e la sua struttura. Rispetto al vecchio modello basato sulle fonti fossili oggi la rete deve cambiare natura e diventare una rete per l’energia diffusa. Dobbiamo quindi pensare a come diffondere gli accumuli, come cambiare l’idea di rete a partire dalle smart grid ». E gli incentivi? «Non stiamo chiedendo altri incentivi – sottolinea il vicepresidente del Kyoto Club -. Il differenziale tra il costo di produzione e quello prodotto dalle fonti fossili si riduce sempre di più e ad oggi, è quasi azzerato. Il fotovoltaico sta già  sul mercato senza bisogno di incentivi ed è ormai vicino al market parity e alla grid parity .

Ha bisogno solamente di regole sensate, per esempio, sui SEU (sistemi da cui ci si può isolare dalla rete) e maggiore semplificazione per le autorizzazioni alle installazioni . Anche per gli altri tipi di fonti si possono pensare delle forme di sostegno come ipotizzato, ad esempio, dal coordinamento FREE : piuttosto che proseguire con la politica degli attuali incentivi si può utilizzare un mix intelligente di detrazioni fiscali e incentivi in conto capitale che riducendo di molto il loro valore possono comunque garantire lo sviluppo delle rinnovabili».

 

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