Accertare immobili fantasma abusivi e poi procedere con piano demolizione

“La regolarizzazione dei cosiddetti ‘immobili fantasma’ che portera’ 472 milioni di euro di nuovo gettito tra imposte locali ed erariali è certamente una buona notizia per le casse dello Stato, ma sarebbe un errore gravissimo se si trasformasse di fatto in una mega sanatoria edilizia”. Lo dichiarano i senatori del Pd Roberto Della Seta e Francesco Ferrante, che hanno depositato un’interrogazione ai Ministri dell’Economia e dell’Ambiente.
“Occorre al più presto fare chiarezza- continuano i parlamentari del Pd –  portando in Parlamento i dati su quale sia il numero totale degli immobili fantasma abusivi, e dove questi sono dislocati. Quest’ ultimo punto è di particolare importanza, in quanto probabilmente un numero elevato di immobili ricadono nelle aree protette o in quelle a elevato rischio idrogeologico e sismico”.
“Grazie all’opera di ricognizione e censimento effettuata dall’Agenzia del territorio potrà  essere resa pubblica l’esatta portata della devastante cementificazione illegale nel nostro Paese, e si potrà  poi procedere- concludono i senatori del Pd –  in collaborazione con le regioni e gli enti locali, ad un concreto e risolutivo piano di demolizione dell’abusivismo più sfrenato”.

Buoplastiche in Italia ha mercato dinamico e innovativo

“Con i dati diffusi negli giorni scorsi da Assobioplastiche si mette fine
all’insensata polemica montata ad arte su un fantomatico regime
monopolistico nel nascente mercato italiano delle bioplastiche. A fare la
differenza non è un blocco all’entrata di altre aziende, ma solo la volontà 
e la capacità  di tradurre ricerca e innovazione in prodotti competitivi”.
Lo dichiara il senatore Francesco Ferrante, responsabile per il Pd delle
politiche relative ai cambiamenti climatici.
“La fotografia del mercato delle bioplastiche in Italia – continua Ferrante
–  è composta da diversi players principali: Basf, Sphere, Novamont e
Natureworks, che hanno rispettivamente una capacità  produttiva di 60000,
40000, 120000 e 140000 ton\anno.
Dunque, con buona pace di chi come Fare Ambiente, si ostina a perseguire
strategie di comunicazione che parlano di monopolio, quello che si presenta
in Italia oggi è un mercato dinamico e in evoluzione.
Alla base c’è ricerca e innovazione, stimolati da una accorta legislazione
che mette l’Italia all’avanguardia.I bio shopper sono infatti una
rivoluzione ambientale, accolta con grande favore dai cittadini, ovviamente
meno dalle aziende che si auguravano di poter continuare a produrre
sacchetti di plastica inquinante”.
“L’approvazione della norma nel decreto rifiuti alla Camera, che mi auguro
avvenga rapidamente, sarà  l’ultimo step – conclude Ferrante – per  ridurre
rifiuti, sostenere un settore fondamentale della green economy e della
ricerca e creare nuova occupazione”.

Tav: non è atto di fede. Legittimo anche nel Pd dissentire

“La Tav Torino-Lione è un’opera pubblica e non un atto di fede: dissentire sulla sua proclamata utilità  è totalmente legittimo anche nel Pd, che fino a prova contraria non è una chiesa”. E’ quanto dichiarano i senatori democratici Roberto Della Seta e Francesco Ferrante, che aggiungono: “Di fronte ai linguaggi e alle pratiche inaccettabili del movimento no-Tav, per il quale l’opposizione all’opera ha assunto il valore di una guerra, non possono esservi né tolleranza né comprensione. Ma questo non significa che si debba accettare il pensiero unico sulla Tav: noi consideriamo, non da oggi, fondate molte obiezioni di merito sul progetto, prima fra tutte quella sull’evidente sproporzione tra i costi tuttora esorbitanti e le previsioni tecniche che danno in calo strutturale il traffico merci sulla direttrice italo-francese. Inoltre non è vero che la Tav di per sé servirà  a spostare le merci dalla strada alla ferrovia: se le merci italiane oggi viaggiano quasi solo su strada non è per mancanza di binari ma perché tutti i governi italiani da decenni fanno politiche che privilegiano il trasporto su gomma. A queste e ad altre contestazioni puntuali, rilanciate nei giorni scorsi da un gruppo di autorevoli docenti universitari e tecnici, nessuno mai ha risposto nel merito, nemmeno ieri il presidente Monti, e ciò aumenta il timore che la Tav Torino-Lione si traduca alla fine in uno spreco colossale di denaro pubblico tanto più grave visto l’impegno dell’Italia per azzerare un immenso debito che pesa sulle generazioni future”.

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