“Stavolta ha ragione il sottosegretario Saglia che respinge l’idea strampalata di mettere in campo una perequazione degli incentivi a favore degli impianti fotovoltaici situati nelle zone meno soleggiate.
La situazione di incertezza normativa derivante dal grave ritardo della pubblicazione dei provvedimenti attuativi per le rinnovabili, l’efficienza energetica e il biometano, previsti dal decreto legislativo del 3 marzo 2011, sta evidentemente creando terreno fertile per proposte estemporanee, frutto dell’ennesimo ricatto della Lega, becero e inopportuno.”
Lo dichiara il senatore Francesco Ferrante, responsabile per il Pd delle politiche relative ai cambiamenti climatici.
“Se la proposta indecente di un condono ad hoc per gli impianti di energia rinnovabili abusivi o irregolari sembra essere stata stracciata – continua Ferrante – saltano però fuori proposte come questa della perequazione che incredibilmente sembra caldeggiata anche da Confindustria nonostante sia di tutta evidenza irragionevole, perché non ha senso incentivare di più chi produce di meno.”
“Il Governo non si distragga e proceda piuttosto all’emanazione dei 21 decreti attuativi che il settore delle rinnovabili attende da mesi” – conclude Ferrante.
No alla legge Maroni – Di Pietro. Applicare rigorosamente leggi vigenti e maggior prevenzione
“No alla sindrome di Genova, per garantire l’ordine pubblico e manifestazioni pacifiche è sufficiente applicare rigorosamente le leggi vigenti e fare una vera e scrupolosa attività di prevenzione.
Fallì nel 1977 la legge Reale, anno terribile per il nostro Paese, fallirebbe ancor di più oggi la legge Maroni – Di Pietro.”
Lo dichiarano i senatori del Pd Roberto Della Seta e Francesco Ferrante.
“E’ singolare – continuano i senatori del Pd – questa comunanza di idee tra l’ex commissario Di Pietro, di estrazione politica non certo di sinistra e oggi spesso su posizioni populiste, e l’ex di Democrazia proletaria oggi Ministro dell’Interno Roberto Maroni.
Le leggi speciali sono la risposta debole di un Governo che si è fatto sfuggire di mano una situazione largamente annunciata e prevedibile, perché è evidente che una presenza più massiccia di forze dell’ordine e una più capillare opera di prevenzione avrebbe dissuaso le frange più estremiste dal compiere gli atti criminali che hanno messo a ferro e fuoco la città di Roma.
I violenti devono essere arrestati e puniti duramente, ma virare verso uno stato di polizia comprimendo le libertà e i diritti che sono costituzionalmente garantiti ai cittadini non è la soluzione.
Non vorremmo – concludono i senatori del Pd – che l’intento del Ministro Maroni, che ha assecondato il dissanguamento dei fondi per far funzionare la sicurezza, ricalchi quello che lo stesso Oronzo Reale affermò essere il principio ispiratore della sua legge, ovvero migliorare lo stato d’animo delle forze di polizia e combattere i fenomeni di rassegnazione o di disinteresse che nascono da un lavoro svolto in condizioni estremamente difficili.”
Indignati sì, ma veri