“Il duro scontro tra Terna ed Enel, che si sta consumando nel silenzio dei rispettivi azionisti pubblici, il Ministero del Tesoro e la Cassa depositi e prestiti, nasconde forse l’ennesimo attacco alle energie rinnovabili? A rimetterci infatti, se Terna si vedesse sbarrata la strada del suo progetto di realizzare le infrastrutture necessarie allo stoccaggio dell’energia (accumulatori, pompaggi) sarebbero innanzitutto le rinnovabili, in quanto non verrebbe utilizzata l’energia poco costosa dei campi eolici o dei pannelli fotovoltaici che nel giro dei prossimi dieci anni potrebbero coprire percentuali sempre crescenti e più significative del nostro fabbisogno elettrico soprattutto nel sud Italia”. Lo dice il senatore Francesco Ferrante, responsabile per il PD delle politiche relative ai cambiamenti climatici.
“E’ evidente – aggiunge Ferrante – che a Terna, che gestisce la rete, non può essere permesso di produrre o anche solo commercializzare energia per evitare storture in un mercato come quello elettrico che ha bisogno di più liberalizzazione e non certo di un operatore spurio. Ma occorre andare oltre, come del resto chiede ormai da almeno un paio di anni l’Autorità per l’Energia. E’ necessario investire sulla rete, rendere possibile lo stoccaggio dell’energia proveniente dalle fonti rinnovabili e andare finalmente verso la costruzione di quella smart grid indispensabile per il futuro. E’ su questo e più in generale sull’ammodernamento della rete che Terna dovrebbe fare di più. E su questo va sollecitata, mentre sarebbe invece davvero paradossale impedire questo tipo di investimenti solo per tutelare e conservare le attuali posizioni dominanti, un mercato ancora troppo asfittico, e impedire l’apertura a nuovi operatori che invece sulle rinnovabili devono e possono puntare. Questo Governo non brilla certo per spirito di innovazione, specie quando in ballo ci sono le rinnovabili: temiamo che l’esito delle scontro in atto possa risolversi a favore di chi si trova magari in una situazione di indebitamento, da pompaggi e batterie vorrebbe ricavare la più alta utilità marginale, cristallizzando il mercato e non aprendolo alla logica dell’offerta più flessibile, e dunque meno onerosa per il consumatore” – conclude Ferrante.
Roma 20 maggio 2011
Balneari: tutelare ambiente e piccole imprese incontro in Senato tra operatori e Legambiente
Questa mattina in Senato i senatori del PD Roberto Della Seta, Francesco
Ferrante e Manuela Granaiola hanno riunito allo stesso tavolo il vice
presidente nazionale di Legambiente Sebastiano Venneri e numerosi
rappresentanti delle associazioni balneari del nostro Paese a dimostrazione
di quanto sia infondato sostenere che gli operatori di questo comparto non
abbiano a cuore la tutela dell’ambiente e quanto sia falso che, nella loro
totalità , tali operatori abbiano accolto con favore quanto contenuto nel
decreto sviluppo del governo, con l’affidamento in gestione per numerosi
decenni delle spiagge italiane ai privati.
Si tratta, hanno sostenuto unanimemente tutti i partecipanti, di una misura
demagogica e di stampo elettorale, che tra l’altro pone l’Italia in urto
con l’Unione Europea. Al contrario, il settore balneare ha molto da
dividere e condividere con la tutela ambientale, al punto che è stata
concordata una forte azione comune fra Legambiente e le piccole aziende
turistiche esistenti proprio in materia di preservazione delle spiagge
italiane.
“Non è nostra intenzione – ha dichiarato per Legambiente Sebastiano Venneri
– ostacolare il futuro delle piccole aziende balneari che rispettano i
parametri di tutela ambientale. Siamo anzi favorevoli ad assicurare la
certezza degli investimenti degli operatori che sono rispettosi delle
regole, per scongiurare il rischio che il diritto di superficie sulle
spiagge possa prefigurare una selvaggia cementificazione da parte delle
multinazionali del turismo o di grandi gruppi, che possono snaturare il
tessuto economico del comparto balneare”.
I senatori Granaiola, Ferrante e Della Seta hanno assicurato che la tutela
dell’ambiente e quella delle piccole imprese balneari non sono affatto
obiettivi stridenti fra loro e che il PD si batte e si batterà per il loro
conseguimento.
Ecomafie: su reati ambientali, Governo contro Ue
Oggi nel nostro Paese chi ruba una mela commette un delitto e può essere arrestato in flagranza di reato, chi seppellisce rifiuti in una cava usata come discarica clandestina rischia una contravvenzione. Ma il Governo rifiuta di inserire nel codice penale i delitti contro l’ambiente, e con ciò disattende del tutto un preciso obbligo europeo: così le ecomafie continueranno a imperversare in Italia”. E’ quanto hanno affermato i senatori del Pd Roberto Della Seta e Francesco Ferrante nel corso di una conferenza stampa di Legambiente ospitata in Senato cui hanno partecipato, tra gli altri, il Procuratore generale Antimafia Piero Grasso.
“La direttiva europea – hanno dichiarato i senatori ecodem – è nata con un occhio di speciale attenzione proprio all’Italia, dove dai rifiuti al cemento, dal commercio di animali protetti ai grandi appalti, l’ambiente è uno dei principali campi di attività della criminalità organizzata. E’ dunque paradossale che nel decreto di recepimento delle norme europee predisposto dal Governo non contempli l’introduzione nella nostra legislazione dei delitti contro l’ambiente. E’ paradossale ed è la conferma che questo esecutivo e questa maggioranza considerano la legalità un optional o peggio un fastidio”.