Referendum: a concerto Primo Maggio censura da regime cinese

E’  stata  una  censura  da regime cinese quella che ieri ha proibito agli
artisti  di  esprimere  una  propria  opinione  durante il Concerto del  1°
maggio. Appellarsi al rispetto della par condicio per negare la possibilità 
di  parlare di acqua o di referendum è francamente risibile, a meno che non
si  voglia  considerare  Gino  Paoli o il maestro Morricone degli esponenti
politici  e  il  palco  di  San  Giovanni  la  tribuna  politica  di  Jader
Jacobelli”.  Lo  dichiarano  i  senatori  del  PD  Vincenzo Vita, Francesco
Ferrante e Roberto Della Seta.
“Unanimemente  –  continuano  gli  esponenti  del  PD  –  ci si stupisce, e
giustamente  si  disapprova,  quando  dalla  Cina giunge la notizia che una
rockstar  non  ha  potuto  cantare una propria canzone perché censurato dal
regime,   e  analoga  disapprovazione  è  dovuta quando nel nostro Paese si
vieta  ad  un  cantante, che è prima di tutto un cittadino, di esprimere un
proprio pensiero civico giustificandosi con una improbabile esigenza di par
condicio.  Oltretutto  nessun  regolamento della Commissione di Vigilanza è
stato  emanato  fino  ad  ora,  dunque   ieri si è deliberatamente messo il
silenziatore ai referendum”.
“E’  molto grave – concludono i senatori del PD –  che da una parte non sia
ancora  stato  approvato  il  regolamento  che governa l’informazione per i
referendum  –  regolamento  che  avrebbe  dovuto  già   essere in vigore – e
dall’altra, che ci si approfitti di questa colpevole mancanza per sottrarre
libertà  di informazione ai cittadini”.

Rinnovabili: situazione surreale. Governo chiuso nel suo bunker

“Ormai per il decreto sulle rinnovabili siamo al surreale, perchè il Governo non riesce nemmeno a rispettare la scadenza del 30 aprile che si era imposto, con un ulteriore aggravio di incertezza per un settore che da settimane è alla finestra in attesa che vengano fissati paletti e termini. 

Verrebbe da dire dilettanti allo sbaraglio, se in gioco non ci fossero centinaia di milioni di euro di investimenti e migliaia di posti di lavoro.” 

Lo dichiara il senatore Francesco Ferrante, responsabile per il Pd delle politiche relative ai cambiamenti climatici. 

“Il rinvio della firma del decreto interministeriale – aggiunge Ferrante – è l’ennesima prova di forza di chi vuole affossare il settore delle rinnovabili. Lo scontro tra il Ministero dell’Ambiente, che ha proposto un compromesso seppur insufficiente e penalizzante, e il Ministero delle Attività  produttive, dà  la cifra di una vicenda che da settimane tiene appese ad un filo aziende, italiane e straniere, che si sono viste ribaltare il tavolo dal Governo, minando la certezza del diritto.” 

“Dopo il no al parere espresso dal Parlamento e dopo aver ignorato la bocciatura delle Regioni, ci chiediamo – conclude Ferrante – fino a dove si voglia spingere la parte più retriva dell’industria italiana, che sta giocando di sponda con un Governo ormai desoltamente rinchiuso nel suo bunker.” 

Immigrati: subito libero chi è solo irregolare

La  sentenza  con  cui  la  Corte  di giustizia europea boccia il reato di
immigrazione  irregolare  e  invita  il  sistema giudiziario italiano a non
applicarlo è una bella notizia.
Ci  auguriamo  che  da oggi in avanti nessun cittadino straniero  venga più
perseguito  per  questo  reato  del  tutto  illegittimo  e  che  i detenuti
condannati per il solo reato di immigrazione cosiddetta clandestina vengano
rimessi immediatamente in libertà .”
Lo dichiarano i senatori del Pd Roberto Della Seta e Francesco Ferrante.
“L’immigrazione  è  un  fenomeno  epocale,  che certo può creare disagi nei
paesi  di  accoglienza  e  che  per  questo va governato, ma – aggiungono i
senatori  del Pd –  considerare chi viene in occidente spinto dalla miseria
e dalla speranza come un delinquente è semplicemente una bestemmia.”

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