“Addio al referendum sul nucleare. Il Governo vigliaccamente toglie la parola agli elettori, portando in Aula un emendamento al decreto omnibus che verrà votato tra oggi e domani che intende abrogare le disposizioni relative alla realizzazione degli impianti nucleari.
E addio anche alla moratoria di un anno, perché la procedura viene semplicemente sospesa sine die, in attesa forse di tempi migliori e sicuramente dopo avere aggirato l’ostacolo del referendum che avrebbe bocciato l’avventura nuclearista del Governo”.
Lo dicono i senatori del Pd Roberto Della Seta e Francesco Ferrante.
“La paura fa novanta – dicono Della Seta e Ferrante – e il Governo pavido preferisce far saltare il quesito referendario, nel fondato timore che la bocciatura degli elettori fosse la pietra tombale sull’assurdo e pericoloso ritorno delle centrali atomiche nel nostro Paese.
Quella del governo – concludono i senatori – non è altro che una legge truffa in salsa nucleare, ma considerando che tutti i maggior Paesi si avviano a uscire dall’energia atomica, questo trucchetto è il definitivo harakiri dei nuclearisti nostrani”.
Con stop a buste di plastica Italia battistrada in Europa
COMMISSIONE EUROPEA STUDIA MISURA ANALOGA E OLIMPIADI 2012 PLASTIC FREE
“Con la sentenza del Consiglio di Stato, che conferma il divieto di commercializzazione delle buste di plastica in vigore dallo scorso primo gennaio, è definitivamente respinta la battaglia di retroguardia portata avanti dalla vecchia industria inquinante: l’Italia può rivendicare con merito una volta tanto il ruolo di paese battistrada in Europa, tanto che la Commissione europea sta studiando a livello comunitario una misura analoga al bando italiano e che le prossime Olimpiadi di Londra del 2012 saranno plastic free e all’insegna del riciclo”.
Lo dichiara il senatore Francesco Ferrante, responsabile per il Pd delle politiche relative ai cambiamenti climatici.
“La sentenza sancisce in tribunale quel cambio di abitudini e di stile di vita che i cittadini italiani hanno subito dimostrato di apprezzare, consapevoli che abolire gli shopper di plastica significa consumare molto meno petrolio e preservare l’ambiente.
Questa tendenza – continua Ferrante – probabilmente si estenderà rapidamente in Europa, a partire dal prossimo anno quando durante le olimpiadi londinesi tutto il packaging non riutilizzabile dovrà essere compostabile, perché fatto con prodotti biodegradabili.
L’obiettivo degli organizzatori dell’Olimpiade è quello infatti di essere una manifestazione a rifiuti zero, nel segno della sostenibilità e della produzione con materiali innovativi. E’ questa la strada da battere, e per una volta grazie alla nostra iniziativa inserita nella Finanziaria 2007 siamo all’avanguardia. Ora – conclude Ferrante – si tratta solo di concludere la trasmissione del provvedimento alla commissione europea magari specificando definitivamente le procedure per lo smaltimento delle scorte e prevedendo spessori minimi per i sacchetti riutilizzabili.”
Acqua pubblica: regolamento Ministero Salute mette a rischio “Case dell’acqua”
Legambiente: “Rivedere norma per coniugare sicurezza cittadini e sostenibilità . Evitare un nuovo regalo a società imbottigliatrici di minerali”
Con le “Case dell’acqua” in un anno in circolazione 620 mila bottiglie in meno
La sicurezza sanitaria dei consumatori è certamente prioritaria ma il regolamento messo a punto dal Ministero della Salute, che configura le “Case dell’acqua” (distributori pubblici di acqua anche gasata) come “somministrazione di bevande” equiparandole, di fatto, ai bar o altri esercizi commerciali e dunque sottoponendole alla stessa tipologia di controlli e procedure, rischia seriamente di compromettere la sopravvivenza di un progetto che fino ad oggi ha trovato ampio consenso tra i cittadini e indubbi vantaggi economici e ambientali. A poco meno di due mesi dal referendum sull’acqua del 12 e 13 giugno, Legambiente lancia l’allarme sui punti di distribuzione gratuita, ripreso anche in Parlamento con l’interrogazione dei senatori Ferrante e Della Seta che hanno chiesto ai Ministeri della Salute e dell’Ambiente di rielaborare la premessa del suddetto regolamento in modo che l’interpretazione non possa essere equivocata a scapito delle Case dell’acqua, e non crei problemi d’attuazione da parte degli enti locali.
“Con le ‘Case dell’acqua’ – ha dichiarato il responsabile scientifico di Legambiente Stefano Ciafani – i cittadini usufruiscono di un servizio pubblico in più, che fa apprezzare sia la qualità dell’acqua sia l’economicità . Parliamo anche di un concreto esempio di sostenibilità , grazie al quale stanno cambiando le abitudini di migliaia di persone che in questo modo risparmiano e danno una mano all’ambiente, diminuendo la produzione e la circolazione di plastica e, quindi, le emissioni di CO2 in atmosfera”.
Legambiente ricorda, infatti, che ogni singola “Casa” eroga all’incirca 2.500 litri ogni giorno, che equivalgono a circa 1.700 bottiglie in plastica da un litro e mezzo. In un anno, quindi, prelevando l’acqua presso questi punti si risparmia l’uso di circa 620 mila bottiglie, che in termini di mezzi pesanti circolanti per il trasporto delle confezioni d’acqua significa 65 tir in meno su strade e autostrade. Inoltre approvvigionandosi a una “Casa dell’acqua”, ogni anno, si evita di produrre (e smaltire) 20 tonnellate di Pet e, di conseguenza, si risparmiano 35 tonnellate di petrolio che corrispondono a 30 tonnellate di CO2 e 350 chilogrammi di monossido di carbonio.
“Oltre all’aspetto ambientale – ha aggiunto Ciafani – in questo progetto c’è anche un valore sociale importante visto che molti di questi punti di erogazione sono diventati anche punti di aggregazione, elementi del nuovo paesaggio urbano, luoghi di diffusione della comunicazione tra Comune e cittadini”.
L’impatto della filiera delle acque in bottiglia invece è molto rilevante: infatti l’imbottigliamento di 12,4 miliardi di litri di acqua comporta ogni anno l’uso di circa 350 mila tonnellate di Pet, con un consumo di 700 mila tonnellate di petrolio e l’emissione di circa 1 milione di tonnellate di CO2 equivalente in atmosfera. Inoltre solo il 35% degli imballaggi in plastica sono raccolti in modo differenziato e avviati al riciclaggio: il restante 65% finisce in discarica o al recupero energetico. Infine, solo il 15% delle bottiglie di acqua minerale viaggia su ferro, il restante 85% viaggia sui tir con conseguente consumo di gasolio e produzione di CO2 e polveri sottili.
“Quello che chiediamo – ha concluso Ciafani – è che si valutino attentamente tutti gli aspetti prima di imbrigliare le Case dell’acqua nell’estrema burocrazia che, in nome della salute pubblica, rischia di compromettere un progetto molto valido favorendo in modo del tutto ingiustificato l’industria dell’imbottigliamento delle acqua minerali