Con gli immigrati senza se e senza ma

Articolo pubblicato su L’Unità 

A che serve, che futuro ha il Pd se non reagisce con veemenza e nettezza dopo i fatti di Rosarno? Che ci sta a fare un partito come il Pd se non mobilita la sua forza organizzata, non mette in gioco le sue facce più autorevoli, per gridare che la “caccia al negro” di Rosarno, qualunque sia la sua dinamica, è un abominio razzista; per dare voce a quella parte di Calabria, d’Italia, che si rifiuta all’idea d’un Paese dove migliaia di persone vengono lasciate vivere e lavorare come vivevano e lavoravano i migranti africani a Rosarno, come vivono e lavorano decine di migliaia di altri migranti in tutta Italia?
Il razzismo, la xenofobia, come ogni altro fenomeno collettivo, hanno
sempre le loro spiegazioni sociali, culturali. E’ giusto ricercarle ed
approfondirle, è giusto e necessario in questo caso capire rapidamente
da cosa nasca la rabbia di molti rosarnesi contro gli immigrati, che
ruolo vi abbia giocato la ‘ndrangheta. Ma qualunque ne siano le cause, la “caccia al negro” vista in azione in queste ore è un “effetto” schifoso e indegno, punto e basta. Ogni atteggiamento neutrale o cerchiobottista sarebbe insopportabile: si può e si deve stare solo da una parte, dalla parte delle vittime, s’impone una grande reazione pubblica che non si limiti alle associazioni quotidianamente impegnate nell’assistenza e
nella solidarietà  agli immigrati e alla Chiesa, che veda  in prima
fila le forze politiche che si richiamano ai valori della coesione
sociale, dell’anti-razzismo, dell’accoglienza verso chi viene in Italia spinto dalla miseria e chiamato – chiamato da “noi” – per lavorare. Che veda in prima fila, protagonista, il Partito Democratico.
Un giorno di marzo, per 24 ore, centinaia di migliaia di lavoratori immigrati
incroceranno le braccia per mostrare concretamente all’Italia che senza
di loro il nostro Paese è zoppo, non funziona. Questa iniziativa, che ne
replica una analoga organizzata recentemente in Francia, per ora è
promossa da un insieme di organizzazioni di immigrati e di forze
dell’associazionismo e del volontariato.
L”appello che noi lanciamo da questo giornale è che il Partito Democratico aderisca a questa protesta, ne faccia un elemento fondante della sua identità  colleettiva, e che quel giorno si mobiliti in una manifestazione nazionale anti-razzista. Se non ora, quando?
Roberto Della Seta
Francesco Ferrante
parlamentari del Pd

Carceri: è strage silenziosa, il Governo intervenga subito

“Quello del giovane  Abellativ Sirage Eddine è incredibilmente il quinto suicidio in carcere nei soli primi 14 giorni del 2010. Il fenomeno ha ormai assunto le dimensioni di una strage silenziosa, una morte ogni tre giorni. E’ necessario che il governo intervenga immediatamente per migliorare le condizioni di vita nei penitenziari, certo senza aspettare il piano carceri pomposamente varato ieri, visto che ci vorranno con tutta probabilità  anni per attuarlo”. Lo dice  il senatore del Pd Francesco Ferrante.
“E’ necessario – prosegue Ferrante – che il governo intervenga immediatamente per rendere più umane le condizioni della vita quotidiana nei penitenziari, senza aspettare di costruirne altre. Occorre disafollare le carceri attraverso il ricorso, quando possibile, alle pene alternative, che vanno finanziate,  e garantendo a chi sta scontando la pena un adeguato sostegno psicologico. Come avevamo chiesto ben prima che avvenisse questo ennesimo suicidio, vorremmo che il presidente del Consiglio venisse al più presto in Parlamento a riferire sulla reale consistenza del fenomeno delle morti nelle carceri e nei Cie, in modo che possano essere distinti i suicidi dalle morti naturali e dalle morti per cause sospette”.

Nucleare: il Governo nasconde i siti, ma la lista c’è. Anche l’Umbria coinvolta

“Anche l’Umbria è coinvolta nella scelta dei siti nucleari, essendo il territorio alla confluenza di Tevere e Nera tra Orte e Magliano Sabina tra le aree  candidate”. Lo dichiara  il senatore Pd Francesco Ferrante, che sul punto ha preannunciato un’interrogazione urgente al ministro Scajola.

 

 “Durante il ‘question time’ di martedì alla Camera – prosegue il senatore ecodem – il governo, rispondendo a un’interrogazione di Ermete Realacci, si è rifiutato di indicare l’elenco dei siti nucleari, preoccupato per gli effetti sulle prossime elezioni regionali, ma non ha smentito che la lista in via di predisposizione ricalchi quella definita a suo tempo dal Cnen. Ciò significa molto semplicemente che degli oltre 40 siti della mappa nucleare dell’Italia, uno si trova al confine tra Lazio e Umbria, ovvero alla confluenza del Tevere e del Nera tra Orte e Magliano Sabina. In base alla mappa stilata a suo tempo dal Cnen, questo sito soddisfa i requisiti richiesti dal nucleare, a cominciare dall’ampia disponibilità  di risorse idriche”. 

 “I silenzi ‘pre-elettorali’ del governo – continua Ferrante – confermano che la scelta nucleare di Berlusconi e Scajola non è solo profondamente sbagliata in sé, per gli altissimi rischi ambientali e gli esorbitanti costi economici collegati alla realizzazione di nuove centrali atomiche: è anche una scelta inaccettabile per i metodi e le procedure seguiti. Mentre ai cittadini viene tenuto nascosto dove nasceranno gli impianti nucleari, la lista è perfettamente a conoscenza non solo del governo ma anche delle imprese interessate all’affare: di recente l’ha ammesso candidamente lo stesso amministratore dell’Enel Fulvio Conti, dichiarando testualmente che ‘nemmeno sotto tortura avrebbe rivelato la lista’ “. 

Roma, 14 gennaio 2010 

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