Per le mura di Amelia nemmeno un euro, 2 milioni e mezzo a Resca

2,5 MILIONI DI EURO EXTRA A MANAGER DEL MINISTERO BENI CULTURALI MA PER LE MURA CROLLATE NON ARRIVA PIU’ NEMMENO UN EURO
“Mentre le mura ciclopiche di Amelia, dopo il crollo del gennaio 2006, ancora attendono quel milione di euro stanziato dal governo Prodi necessario al completamento dell’opera di restauro, il Ministero dei Beni Culturali assegna a Mario Resca, il direttore per la valorizzazione dei musei voluto da Bondi,  un mega compenso extra di 2, 5 milioni di euro per il suo impegno per la Pinacoteca di Brera.” – lo dichiara il senatore del Pd, eletto in Umbria, Francesco Ferrante.
“Non si comprende davvero perché – continua il senatore democratico –  il Mibac non intenda occuparsi della stabilizzazione e ricostruzione di un patrimonio archeologico di enorme rilievo qual è la cinta poligonale di Amelia. Anziché trovare nuovi fondi con cui proseguire i lavori avviati grazie allo stanziamento di 500mila euro che ottenemmo dal ministro Rutelli, la commissione interistituzionale  ha dovuto fare i conti con il ritiro dei soldi già  assegnati, un milione di euro provenienti dal gioco del lotto e messi nero su bianco nel 2007, dirottati dal ministro Bondi non si sa bene dove. Quel che è certo è che la  mancata assegnazione dei fondi, già  stanziati per i lavori pluriennali, ha comportato l’interruzione dei lavori, impedendo il completamento del ripristino della parte di mura crollate e mettendo a rischio anche la parte degli interventi già  effettuati.”
“Di fronte all’inerzia e al blocco dei lavori i cittadini di Amelia giustamente si chiedono quale sia il motivo per cui il Mibac abbia relegato le mura ciclopiche tra le opere di serie b. E  l’apprendere che al più noto manager del Ministero dei Beni culturali verrà  probabilmente assegnato un compenso extra rispetto al suo stipendio di 2,5 milioni di euro, non potrà  che fare storcere il naso ai cittadini di Amelia e a tutti coloro che hanno a cuore il destino di un’opera millenaria” – conclude Ferrante.

Carceri: fondi adeguati e volontà  politica per affrontare tragedia quotidiana

CARCERI: FERRANTE (PD), ” FONDI ADEGUATI E VOLONTA’ POLITICA PER AFFRONTARE TRAGEDIA QUOTIDIANA”

“Sembra che finalmente il governo metta mano al piano carceri. Vedremo domani, nel provvedimento annunciato dal ministro Alfano, se le proposte che approverà  il Consiglio dei Ministri saranno adeguate per affrontare quella che è una vera tragedia quotidiana”. Lo afferma in una nota il senatore del Partito Democratico Francesco Ferrante.

“Una tragedia – prosegue Ferrante – che ogni anno porta con se oltre 150 morti in carcere (gia 4 in questi primi giorni del 2010). Quello che diciamo da subito è che l’indubbia emergenza in cui vivono i nostri concittadini detenuti e i lavoratori che operano in quelle strutture, non può significare che questo tanto atteso piano carceri, che giunge colpevolmente in ritardo, si realizzi in spregio alle procedure ordinarie”.

“Quello di cui c’è bisogno – insiste il senatore del PD – sono fondi adeguati e volontà  politica. Per questo è essenziale che oltre alla realizzazioni di nuove strutture carcerarie, si avvii immediatamente il piano per il disaffollamento delle carceri e il ricorso a pene alternative.

E’ poi necessario – conclude Ferrante – istituire al più presto un osservatorio, che coinvolga anche le associazioni, per sorvegliare quella quotidianità  sempre più drammatica con il suo carico di eventi nefasti”.

Carceri: allarme suicidi, quattro dall’inizio del 2010

MA AUTORITA’ E GOVERNO TACCIONO

“In questi primi otto giorni dell’anno sono già  quattro le morti per suicidio nelle carceri italiane. Cagliari, Bari, Verona e da ultimo il tristemente noto carcere di Sulmona, da nord a sud drammaticamente si susseguono i suicidi negli istituti penitenziari del nostro Paese nel completo silenzio del ministro della Giustizia, Angelino Alfano, del capo dell’Amministrazione penitenziaria, Franco Ionta e del premier Berlusconi, cui rivolgo per la terza volta un’interrogazione parlamentare in merito”. Lo dice il senatore del Partito Democratico Francesco Ferrante.
“Il suicidio di un detenuto nel carcere di Sulmona – continua Ferrante –  assume una valenza del tutto particolare, alla luce della inquietante nomea dell’istituto conosciuto alle cronache come ‘il carcere dei suicidi’: dieci, in quindici anni, fra i quali anche quello della direttrice del penitenziario Armida Miserere, che si tolse la vita il 19 aprile del 2003 sparandosi un colpo di pistola alla testa, e quello del sindaco di Roccaraso, Camillo Valentini, trovato nella sua cella il 16 agosto del 2004 soffocato da un sacchetto di plastica stretto alla gola da lacci per le scarpe. Anche il suicidio di ieri è avvenuto con un’impiccagione tramite i lacci delle calzature, per cui mi auguro che il lavoro di indagine del vice questore faccia piena luce e venga predisposta una accurata indagine interna sulla vicenda. Mi chiedo – prosegue Ferrante – quanti suicidi ancora devono avvenire affinché il Presidente del Consiglio dei Ministri si decida a venire in Parlamento a riferire sulla reale consistenza del fenomeno delle morti in carcere e nei CIE in modo che possano essere concretamente distinti i suicidi dalle morti per cause naturali e da quelle, invece, avvenute per cause sospette”.

1 564 565 566 567 568 745  Scroll to top