pubblicato su Repubblica.it
Il nostro Paese non riesce a tenere il passo con i progressi delle altre nazioni europee. Lo mostrano i dati del report annuale di Circonomia realizzato in collaborazione con Corepla
Bravi nel riciclo dei rifiuti, molto meno nell’efficientamento energetico delle case. L’Italia continua a migliorare in fatto di azioni green, ma sempre più lentamente rispetto agli altri paesi europei. Così da due anni abbiamo perso il primato nell’economia circolare, cedendo il passo a Olanda e Austria, e ci troviamo ora sul terzo gradino del podio. A dirlo è il report annuale di Circonomia a cura di Duccio Bianchi dell’Istituto di ricerche ambiente Italia e in collaborazione con Corepla. I risultati del 2024 verranno presentati alla fiera Ecomondo a Rimini il 5 novembre.
Una lunga frenata
Che l’Italia perda terreno sul fronte della sostenibilità non è una novità di quest’anno. Il nostro Paese ha premuto l’acceleratore sulle politiche ecologiche tra il 2004 e il 2012, ma negli ultimi anni questa spinta sembra essersi arrestata. A pesare sono i dati che riguardano la transizione energetica e la decarbonizzazione. L’obiettivo per l’Europa è quello di ridurre l’uso delle fonti fossili in favore di quelle rinnovabili, come l’eolico o il solare. Un passaggio che in Italia sta avvenendo a passi più piccoli rispetto alle altre grandi realtà europee: abbiamo ridotto il consumo procapite di elettricità da fonti non rinnovabili, ma il calo è meno della metà della media europea. E il consumo finale di energia pulita aumenta solo di 0,2 punti percentuali.
È una frenata lunga quella dell’Italia, che tra il 2017 e il 2022 – gli ultimi cinque anni presi in considerazione dal rapporto – è il Paese dell’Unione Europea che è migliorato di meno. “Nel primo decennio del millennio – spiega Francesco Ferrante di eprcomunicazione, partner dell’iniziativa – ci sono state iniziative legislative che sul fronte delle rinnovabili ci hanno permesso di fare un balzo in avanti e raggiungere altri Paesi europei. Poi però abbiamo avuto governi distratti o addirittura contrari, la politica sull’energia ha subito un rallentamento, mentre altrove si spingeva moltissimo”.
Le eccellenze
È nel riciclo dei rifiuti che l’Italia brilla, mantenendosi alla prima posizione in Europa. A seconda dell’indicatore che si prende in considerazione, il nostro Paese ha un tasso di riciclo della totalità dei rifiuti tra l’80 e il 90%; nel resto del Vecchio continente nel complesso si oscilla tra il 40 e il 60%. Sempre rispetto ai nostri vicini, recuperiamo più plastica, ben il 14% in più della media europea. I dati di Corepla, il consorzio nazionale per il riciclo degli imballaggi in plastica, mostrano che nel 2023 si è risparmiato l’equivalente di 11 miliardi di flaconi da 1 litro grazie al recupero di 1,04 milioni si tonnellate di spazzatura.
“Milano è la metropoli in cui si fa più differenziata – sottolinea Ferrante – perché quello dei rifiuti è un sistema che funziona. Per il recupero di materia c’è da anni una cornice legislativa chiara, dal 1997 con il Decreto Ronchi che ha istituito i consorzi”. Anche se ci sono differenze all’interno del territorio, “è proprio grazie a questo settore che l’Italia si mantiene alta nella classifica”.
I punti critici
Il Bel Paese arranca su due fronti: abitazioni private e automobili. Sui valori dell’efficientamento energetico, il settore residenziale in Italia pesa soltanto il 20% – contro il 40% dei trasporti o il 36% dell’industria. Nelle proprie case gli italiani consumano energia soprattutto per il riscaldamento, mentre l’aria condizionata ha un impatto ancora marginale sia in Italia, sia nel resto d’Europa. A rilento anche il passaggio alle auto elettriche: nel 2022 la quota di macchine full electric è stato il 3,7% del totale; nel resto d’Europa era invece in media del 12,1%. “Non c’è niente nel Dna degli italiani che li rende resistenti al cambiamento – dice Ferrante – ma nell’edilizia, al contrario del comparto rifiuti, mancano punti di riferimento legislativi stabili. Siamo passati dal bonus 110% a non avere alternative, mentre l’Europa propone fondi per innescare processi virtuosi, come ad esempio prestiti per l’efficientamento energetico che si possono ripagare negli anni grazie al risparmio sulla bolletta”. E sulle auto elettriche: “Mancano investimenti strutturali. Non solo sono ancora costose, ma non tutti hanno a disposizione punti di ricarica per gestirle”.
Il resto d’Europa
A guidare la classifica ci sono oggi Olanda e Austria, in coda c’è la Bulgaria, preceduta dalla Finlandia e da Cipro. Il penultimo posto a uno dei Paesi del Nord, che in genere godono di ottima fama per quanto riguarda l’attenzione all’ambiente, potrebbe stupire. In realtà la Finlandia si contraddistingue per consumo di materia e di suolo e per una grande quantità di rifiuti prodotti. In generale, la Ue procede verso un futuro più green: tutti gli indicatori del rapporto evidenziano un miglioramento nella direzione della decarbonizzazione e della circolarità delle risorse.
Il rapporto
La classifica di Circonomia viene stilata a partire dai risultati misurati su 17 diversi indici aggiornati al 2022. I parametri comprendono l’uso di energia rinnovabile e non, le emissioni di gas serra, la produzione di rifiuti e il loro recupero, il consumo di suolo, la sua produttività e la percentuale di coltivazioni biologiche.