Comunicati

Ma quali semplificazioni?

pubblicato su qualenergia.it

Quando è stato chiaro che l’emergenza Covid tra i suoi effetti ne avrebbe potuto avere anche uno positivo, finalmente il Governo avrebbe affrontato il nodo delle “semplificazioni”, tra i settori che si sono animati e hanno guardato con grande speranza all’iniziativa governativa uno dei più entusiasti era quello delle fonti rinnovabili. E’ infatti ormai evidente che il vero ostacolo allo sviluppo delle fonti rinnovabili e pulite non è tanto la riduzione degli incentivi ma piuttosto le procedure autorizzative – e molto spesso il nimby che colpisce gli impianti eolici, fotovoltaici, da biomasse, idroelettrici e geotermici. Read More…

I VERDI IN ITALIA: RADIOGRAFIA DI UN’ASSENZA  

 

pubblicato su Domani

“Sono come il cocomero: verdi fuori e rossi dentro”. Questa vecchia battuta sui Verdi italiani, fu inventata da Giulio Andreotti, dice molto della diffidenza che l’ambientalismo ha sempre suscitato nella destra e in generale nei “conservatori” di casa nostra. Ma nasconde anche una verità più oggettiva, che guardandola da un diverso  punto di vista evoca  non quello che per i detrattori della cultura ecologica è il lato oscuro dei Verdi – essere dei “sovversivi”, degli anti-sistema appena un po’ travestiti – ma piuttosto la loro debolezza, la ragione fondamentale per la quale sono stati fino a oggi “inoffensivi” non avendoconquistato uno spazio significativo e stabile nel paesaggio politico italiano.
Sì, i Verdi in Italia formalmente ci sono (da oltre trent’anni) ma politicamente non esistono, perché da sempre si propongono come un partitino di sinistra, il più delle volte come una delle tante espressioni della cosiddetta sinistra radicale. Questa stessa impronta caratterizzava in originequasi tutta la galassia Verde europea, ma nel resto d’Europa – dalla Germania alla Francia, dai Paesi scandinavi al Belgio e ai Paesi Bassi – le forze politiche ecologiste hanno saputo liberarsene affermandosi come “altro” dalla sinistra tradizionale. Read More…

Uno strano silenzio sulle condizionalità positive

pubblicato su Il manifesto

Molto spesso noi ambientalisti ci siamo lamentati del fatto che il dibattito pubblico nel nostro Paese, nella politica, nei media, nelle rappresentanze sociali, fosse straordinariamente arretrato rispetto a ciò che avviene negli altri paesi europei sul tema della difesa dell’ambiente, della green economy e dell’economia circolare, ma anche sugli intrecci tra giustizia ambientale e sociale. Una lamentela che a volte, legittimamente, può essere apparsa persino stucchevole, quasi una lagna che serviva quale alibi per giustificare il mancato peso politico di una forza ecologista autonoma. Ma la lettura dei commenti post accordo di Bruxelles sul Recovery Fund si incaricano di darci una qualche ragione aggiuntiva. Read More…

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