Controllare per migliorare

pubblicato su Ecofuturo Magazine

Il Superbonus del 110% deve essere monitorato con attenzione affinché si possa correggere prima della sua, auspicabile, stabilizzazione

E’ sicuramente troppo presto per tracciare un primo bilancio sugli effetti del superbonus nelle ristrutturazioni edilizie, ma anche per avere riscontri su quelli che potrebbero essere utili correttivi da apportare.

Ma l’intenzione, ribadita dal Governo anche in questo frangente in cui si discute su quali progetti impegnare le prossime risorse del Recovery Fund, di stabilizzare le detrazioni fiscali per le ristrutturazioni edilizie che prevedano efficientamento energetico e/o adeguamento antisismico, va valutata molto positivamente.

Dare linfa, costringendola contemporaneamente a uscire dal sommerso assai diffuso, alla filiera dell’edilizia è, e dovrà essere, uno degli interventi più importanti della politica economica necessaria anche per affrontare la drammatica crisi sociale che si porta con sé il lockdown dovuto al COVID. E d’altra parte, come ripetiamo da sempre, intervenire sul vetusto patrimonio edilizio italiano efficientandolo e mettendolo in sicurezza (dal punto di vista sismico innanzitutto ma anche considerando altri rischi quali quelli connessi all’impiego di materiali che dovrebbero essere ignifughi), è uno degli interventi assolutamente indispensabili per ridurre le nostre bollette energetiche (delle famiglie e dell’intero Paese) e avvicinare i target di riduzione delle emissioni climalteranti.

Questi prossimi mesi che ci separano da tale auspicata stabilizzazione devono essere impiegati in un attento monitoraggio degli strumenti messi in campo da sistema creditizio per valutarne l’adeguatezza e la semplicità di fruizione da parte di cittadini, condomini e imprese.

In modo che eventualmente si possano apportare correttivi a questa parte del provvedimento che è ovviamente essenziale per la fruizione reale dello stesso, insieme ad alcuni altri, i principali dei quali vogliamo anche qui ricordare:

  • Rendere più stringere l’effettivo miglioramento dell’efficienza escludendo dal beneficio fiscale caldaie a condensazione
  • Rendere obbligatorio il Durc così da potere verificare l’effettiva uscita dal “nero” e garantire i lavoratori
  • Superare il pregiudizio che penalizza le moderne caldaie a biomasse (a cinque stelle) le cui emissioni sono già più che sufficientemente ridotte
  • Escludere dai benefici fiscali i materiali di origine fossile

Il superbonus può essere un modello di cui essere orgogliosi in Europa se affinato come abbiamo provato a indicare. Non ci sono esempi analoghi così generalizzati in nessun altro Paese membro dell’Unione Europea. Sarebbe finalmente possibile presentarsi a quel tavolo non solo con le carte in regola ma anzi con l’orgoglio di poter dire che il nostro Paese ha scelto di fare l’apripista in quel settore. Cosa che – ammettiamolo – succede assai raramente

Francesco ferrante

Vicepresidente Kyoto Club

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