I cambiamenti climatici non più minaccia, ma realtà  che la politica deve affrontare subito

“Le conseguenze dell’effetto serra sono sotto gli occhi di tutti da decenni: surriscaldamento del pianeta, desertificazione e profughi, alluvioni. Fenomeni che colpiscono soprattutto le popolazioni dei paesi più poveri, quelli dell’Africa subsahariana, che non hanno alcuna responsabilità  nelle emissioni di gas inquinanti in atmosfera – commenta il senatore della Margherita Francesco Ferrante, capogruppo dell’Ulivo in Commissione Ambiente, all’indomani delle anticipazioni dell’Observer sul rapporto curato dall’economista inglese Nicholas Stern -. E adesso abbiamo anche monetizzato il danno: 5,5 trilioni di euro (il 20% del PIL mondiale)”.

Un segnale in questo senso ce lo avevano già  dato L’Unep (L’Agenzia delle Nazioni Unite per l’Ambiente) e due colossi delle riassicurazioni, come Swiss Re e Munich Re: solo nel 2002 i 700 eventi catastrofici che avevano colpito il pianeta provocarono 11mila vittime e perdite tra i 45 e i 55 miliardi di euro.

“E’ irresponsabile continuare a fare finta di niente, adottando ricette vecchie e inefficaci, o addirittura intraprendere politiche energetiche e di trasporto che peggiorano la situazione pregiudicando il benessere delle prossime generazioni – continua Ferrante -. Occorre invertire la rotta, incentivando gli investimenti che promuovono il risparmio energetico e l’uso delle fonti rinnovabili e penalizzando chi non si adegua per evitare il collasso ambientale e un crack finanziario di dimensioni planetarie. Per cominciare, la nostra classe politica potrebbe andare a ripetizioni dagli inglesi, che hanno dimostrato di avere un approccio al problema assolutamente bipartisan: Blair ha dato prova di consapevolezza commissionando il dossier sul clima; il suo rivale, il leader conservatore David Cameron, ha detto ieri che, se vincerà  le prossime elezioni, farà  installare i pannelli solari sul tetto di Downing Street”.