Il fotovoltaico alleato dell’Africa nella lotta alla povertà energetica

Pubblicato su www.repubblica.it

L’utilizzo di fonti rinnovabili può essere determinante per i Paesi in via di sviluppo, provvedendo all’energia per il loro benessere

Vitale per le famiglie, essenziale per l’industria e il commercio: il fotovoltaico è l’asso nella manica per la crescita dell’Africa. In un continente dove gran parte della popolazione non ha accesso ad alcuna fonte energetica, le rinnovabili possono garantire l’energia per il benessere quotidiano e favorire lo sviluppo. Una tendenza e al contempo un auspicio, quelli espressi dal Coordinamento Free (Fonti rinnovabili ed efficienza energetica) e dal Kyoto Club nel convegno su “Energie rinnovabili come motore di sviluppo”, ospitato dall’Expo – Expo della cooperazione internazionale a Roma.

Come spiegato da Giovanni Battista Zorzoli, presidente di Free, la povertà energetica di molti Paesi è ben più grave di quella che comunemente e quotidianamente percepiamo perché, oltre alla risorse per pagare la bolletta, mancano le infrastrutture di trasporto e distribuzione dell’energia. “Le nuove fonti rinnovabili, accoppiate a sistemi di accumulo e a micro-reti – ha detto Zorzoli, sottolineando anche l’importanza di coinvolgere le popolazioni locali – sono la risposta a questa tipologia di povertà energetica, molto diffusa soprattutto in Africa”.

L’innovazione al servizio di una vera e propria rivoluzione per centinaia di milioni di persone, come illustrato da Francesco Ferrante, vicepresidente di Kyoto Club e Coordinamento Free, che vede la straordinaria occasione di fornire elettricità e favorire lo sviluppo di quelle popolazioni a costi contenuti. Come? Puntando su una generazione diffusa e micro-grids, reti elettriche su piccola scala, che possono operare sia in maniera indipendente, sia in combinazione con forniture elettriche su larga scala.

Occasione futura, ma anche presente, visto che a 180 milioni di persone l’elettricità domestica è legata all’utilizzo di lampade solari.  E in tanti villaggi le mini-grid, più competitive ed eco-friendly dei generatori diesel, alimentano una svariata serie di servizi: dal pompaggio dell’acqua alle piccole attività artigianali. Non solo: come sottolineato dal direttore scientifico di Kyoto Club, Gianni Silvestrini, gli impianti fotovoltaici servono anche per il comparto industriale  e commerciale, ora perseguitato da continui blackout. Tra gli esempi più virtuosi, lato domestico, quelli di società elettriche e start up che hanno avviato partnership locali per vendere a un prezzo contenuto, insieme agli elettrodomestici o i televisori, dei mini kit solari con batteria d’accumulo per l’autoconsumo nelle zone rurali dove non arriva l’elettricità.

Insomma, se la povertà, le difficoltà di accesso alla rete e la mancanza di infrastrutture restano duri ostacoli sulla strada del benessere, le energie rinnovabili si stanno imponendo come un alleato fondamentale, per garantire ai Paesi in via di sviluppo un reale cambio di marcia.

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