Possiamo vincere tutti. Ma ci vuole più coraggio

Pubblicato sulla rivista “L’Ecofuturo”

Al Kyoto Club spesso ci ripetiamo – una specie di mantra – una frase di Gianni Silvestrini: “il patrimonio edilizio è lo shale gas italiano”. Shale gas nel sottosuolo italiano non ce ne è. E per fortuna, così evitiamo che appetiti fossili vogliano bucherellare anche per questo. Ma è indubbio che il rinvenimento dello shale gas in Usa e soprattutto l’innovazione tecnologica nelle tecniche di estrazione dello stesso, insieme alle note conseguenze dannose per l’ambiente, hanno consentito agli americani di rendersi indipendenti dal punto di vista energetico (dai paesi produttori di oil&gas) con ovvii effetti geopolitici. Per noi la rincorsa a quell’obiettivo – indipendenza energetica – passa invece, più virtuosamente, visto che significherà anche riduzione delle emissioni e decarbonizzazione dell’economia, per un massiccio shift nella produzione di energia dal fossile al rinnovabile, shift anche questo consentito da una straordinaria innovazione tecnologica che sta riducendo in maniera impressionante sia il costo di conversione in energia di fonti quale il sole, il vento, la geotermia a bassa entalpia, sia quello degli accumuni, le batterie.

Ma l’obiettivo – decarbonizzazione e indipendenza – può diventare credibile se e solo se operiamo con la stessa determinazione sul fronte dell’efficienza in modo da ridurre e tenere sotto contro i consumi energetici.

E in efficienza il contributo maggiore può venire proprio dall’edilizia, dagli interventi di ristrutturazione di un patrimonio vetusto e fonte di sprechi incredibili. Interventi che rientrano a pieno diritto in quei casi win win in cui vincono tutti: l’ambiente ovviamente per la riduzione delle emissioni connesse alle necessità di riscaldare e raffrescare le nostre abitazioni; un settore economico, quello dell’edilizia, che senza le ristrutturazioni sarebbe già ancora più in ginocchio di quel che è e non avrebbe futuro; il fisco e il bilancio dello Stato, perché come si è dimostrato in questi anni di bonus fiscale per interventi di ristrutturazione edilizia con risparmio energetico (e a proposito, sarà sempre troppo tardi quando si deciderà di stabilizzarlo e non ridursi ogni anno a una proroga stentata da approvare in extremis in legge di bilancio) emerge il nero e aumentano le entrate; la qualità della vita di ciascuno di noi, perché come dimostrano queste pagine, le soluzioni che abbiamo a disposizione rendono anche più confortevoli e salubri le nostre stesse case e dovrebbero e potrebbero applicarsi con analoghi, se non superiore , risultati nelle scuole dove mandiamo i nostri figli e nei nostri uffici.

Ci vuole però più coraggio nelle scelte politiche ad ogni livello. A partire dalla stabilizzazione dei benefici fiscali già richiamati, a interventi radicali da parte delle amministrazioni locali attraverso le norme urbanistiche.

Un buon esempio, recente, di quello che si può fare viene da New York City. Il consiglio comunale della metropoli americana, nell’ambito della grande campagna nazionale per un Green New Deal lanciata dalla giovane e neo-eletta deputata democratica Alexandra Ocasio-Cortez, ha approvato un piano per la decarbonizzazione che al centro mette appunto l’efficienza energetica in edilizia e impone ai proprietari dei suoi grattacieli di ridurre le emissioni del 40% al 2030 e dell’80% al 2050: that’s a lot e dovrà rispettare l’obbligo anche la Trump Tower. A buon intendintor…

Francesco Ferrante

Vicepresidente Kyoto Club

Vicepresidente Coordinamento Free

 

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