Intervento in aula su riforma strumento militare

PRESIDENTE. àˆ iscritto a parlare il senatore Ferrante. Ne ha facoltà .

 

FERRANTE (PD). Signor Presidente, onorevoli colleghi, Ministro, intervengo su un punto solo su cui si consuma però un dissenso netto con la posizione del Governo. Riguarda l’acquisto degli F-35 che vorrei inquadrare in un premessa molto rapida sul giudizio da dare a questo provvedimento in esame. Ero intervenuto durante la discussione in Commissione ritenendo che il provvedimento non modificasse, anzi fosse di sostanziale continuità  con l’attuale modello di difesa che quindi avrebbe richiesto un intervento profondo di modifica.

Credo che le modifiche apportate in Commissione, spiegate molto bene dal relatore, senatore Scanu, abbiano reso un servizio importante al provvedimento e lo abbiano modificato in positivo, come d’altronde riconoscono persino le associazioni pacifiste, che hanno sempre guardato con grande diffidenza allo strumento della delega e che tuttora si dichiarano insoddisfatte del compromesso raggiunto, pur riconoscendo il passo avanti fatto.

Anch’io credo che siano state apportate modifiche sostanziali al provvedimento, ma resta ancora un vulnus, su cui abbiamo già  avuto modo di discutere in passato, seppur non direttamente. Colgo in proposito l’occasione di farlo ora, ringraziando il Ministro per la sua presenza in Aula. Onestamente non si riesce a capire perché si insiste sull’acquisto di apparecchi e di aerei militari così costosi, peraltro in una fase di spending review così dura come quella con cui siamo tutti costretti a fare i conti (letteralmente “i conti”). I provvedimenti del Governo, che in Parlamento dobbiamo e vogliamo approvare per tenere in ordine i conti dello Stato, sono molto spesso dolorosi tagli ai servizi, a cui in maniera indiretta devono provvedere gli enti locali.

A fronte di tutto ciò, continuare a insistere su un’arma che ha ricevuto molte critiche e della quale ultimamente, secondo le fonti dello stesso Ministero della difesa, è aumentato ulteriormente il costo per singolo apparecchio (se non sbaglio arriviamo a 100 milioni di euro per ogni singolo apparecchio) a me sembra – devo usare la prima persona singolare, perché questo non è un argomento condiviso dall’intero Gruppo, anche se so essere condiviso da molti colleghi – un accanimento degno di migliore causa.

àˆ vero che nel corso degli scorsi mesi si è proceduto a una riduzione dell’impegno di spesa, perché si è deciso di acquistarne di meno, ma ritengo (e insisto) che, a fronte di quei tagli che tutti noi siamo continuamente chiamati ad approvare (ne dovremo approvare altri con la legge di stabilità  attualmente in discussione alla Camera) e alla vigilia di un aumento delle tasse, che noi tutti abbiamo approvato (quello disposto attraverso l’IMU, che colpirà  milioni di cittadini italiani), non sia opportuno insistere sull’acquisto di un’arma che mi sembra €‘ per tornare al discorso iniziale – poco consona alla revisione dello strumento militare che noi dovremmo fare, che vada in una direzione diversa da quella che aveva previsto l’acquisto di alcune decine di F-35.

Onestamente credo che oggi sarebbe un segnale molto più positivo per i cittadini, in considerazione delle difficoltà  cui andiamo incontro in queste settimane, se il Governo, anche autonomamente, decidesse di recedere da questo acquisto e da questa spesa, a mio parere improvvida, e di destinare quelle risorse, che sono impegnate per molti dei prossimi anni, come lei sa, signor Ministro, ad altre attività  più utili per i cittadini e per il Paese. (Applausi dal Gruppo PD).