Caldo africano e cortocircuiti (soprattutto) italiani

 

pubblicato su Huffington Post

Rasenta il surreale la dissociazione, meglio la schizofrenia informativa sul tema della crisi climatica. Da una parte toni allarmati, molto e giustificatamente allarmati sul riscaldamento globale in atto, dall’altra spazio abbondante e spesso compiaciuto ai “frenatori”, a chi dalla politica alle rappresentanze sociali – due esempi italiani per tutti, entrambi di nome Carlo: il leader di Azione Calenda e il presidente di Confindustria Bonomi – invita a decelerare nel cammino per “decarbonizzare” le nostre e economie e in generale i nostri consumi energetici azzerando l’utilizzo di combustibili fossili, che per la quasi totalità degli scienziati del clima è l’unica via plausibile per impedire che la crisi climatica, letteralmente, ci divori. Read More…

L’insegnamento della storia (sulle rinnovabili)

pubblicato su Pianeta Terra

C’eravamo già. Quando nacque ANEV. Non bello dal punto di vista anagrafico, ma mi ha colpito – rimettendo a posto un po’ di carte – trovare un mio comunicato stampa del 2001 in cui da Direttore Generale di Legambiente polemizzavo con il “Comitato nazionale del paesaggio” (non so neppure se quel comitato esiste ancora, ma ci sono comunque suoi degni emuli) per non so più quale loro dichiarazione contro un progetto eolico, concludendo con queste parole “Che poi un’associazione che si definisce ambientalista faccia della lotta agli impianti eolici il suo primo cavallo di battaglia è un pessimo segnale”. Ahime ancora attuali se si leggono le cronache – un esempio per tutti – dal Mugello in cui un progetto di parco eolico costruito con pazienza e attenzione in un processo partecipativo che ha portato alla sua autorizzazione in conferenza di servizi non è servito a fermare la Soprintendenza locale nel fare ricorso spalleggiata – ancora! – da sedicenti associazioni ambientaliste. Read More…

Dopo le polemiche sollevate dall’indagine di Greenpeace sulle bioplastiche abbiamo chiesto un parere al vicepresidente di Kyoto Club. “Le produzioni italiane sono uniche al mondo”

intervista apparsa su e-gazette

Le bioplastiche compostabili sono state al centro di un dibattito che ha diviso gli ambientalisti. L’antefatto: il CNR ha diffuso dei dati senza aver completato la sperimentazione nello studio “Anche le bioplastiche si degradano lentamente nell’ambiente”,  poi un’indagine di Greenpeace ha parlato addirittura di truffa di Stato. Da una parte c’è chi – come per esempio Assobioplastiche e Biorepack, che riuniscono le aziende del settore e le attività consortili di recupero – ritiene che le bioplastiche possano essere un contributo essenziale alla sostenibilità, date anche le specificità del nostro Paese e fermo restando che la riutilizzabilità resta sempre l’opzione preferibile. Dall’altra parte vi è, invece, chi le critica tout court. Ne abbiamo parlato con Francesco Ferrante (nella foto), vicepresidente di Kyoto Club e storico protagonista dell’ambiente, da Legambiente fino a Green Italia. Read More…

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