Audizione Bersani

Molto positive le parole espresse dal Ministro Bersani sull’efficienza e sul risparmio energetico ma occorre una maggiore programmazione, e azioni più coraggiose per favorire la diffusione delle fonti rinnovabili” “Molto positive le parole espresse dal Ministro Bersani sull’efficienza e sul risparmio energetico ma occorre una maggiore programmazione, e azioni più coraggiose per favorire la diffusione delle fonti rinnovabili, rispetto alle quali investire conviene, anche da un punto di vista occupazionale e di qualità  dello sviluppo. Ed è fondamentale, che nel piano nazionale delle assegnazioni – in questi giorni in discussione – nel Governo si ribalti l’impianto del vecchio piano approvato dal Governo Berlusconi, e si passi da una impostazione che premia gli impianti più vecchi e obsoleti ad una che invece promuova quelli più innovativi. Insomma, se ha ragione il Ministro Bersani quando dice che per rispettare Kyoto “non dobbiamo uccidere il cavallo”, bisogna però scegliere una politica che sappia distinguere tra i cavalli in corsa”. Questa la dichiarazione del Senatore Francesco Ferrante, autore dell’interrogazione parlamentare diretta ai ministri Bersani e Pecoraro Scanio nella quale chiede di intervenire sia per rifinanziare il fondo per gli incentivi all’installazione del fotovoltaico (in modo da dare una concreta prospettiva allo sviluppo delle rinnovabili e introdurre un sistema delle tariffe che ripercorra l’esempio di grande successo della Germania), sia sul sistema di incentivi in conto energia, che deve aiutare la diffusione dei più efficienti e compatibili impianti di piccola e media dimensione in modo da attivare una seria politica che faccia definitivamente decollare la prospettiva di innovazione energetica, industriale e ambientale.

“ECOSISTEMA INCENDI 2006”

LEGAMBIENTE E PROTEZIONE CIVILE PRESENTANO IL DOSSIER 

Il 65% dei comuni italiani non svolge ancora un sufficiente lavoro per contrastare la piaga degli incendi boschivi e più di uno su tre non fa praticamente nulla per fermare i roghi. La Liguria tra le regioni più attive, con il 75% dei comuni che svolgono un lavoro positivo di contrasto degli incendi boschivi, il ritardo più grave invece proprio in quelle regioni del Sud e delle Isole più duramente messe alla prova ogni estate dai roghi, dove appena il 28% delle amministrazioni comunali raggiunge la sufficienza. Parliamo degli oltre 2.500 comuni colpiti da incendi nel biennio 2003-2004, in pratica un terzo d’Italia. Appena il 6% applica pienamente la legge quadro del 2000 in materia di incendi boschivi e poco più di un comune su quattro realizza il catasto delle aree percorse dal fuoco, strumento fondamentale per fermare le speculazioni che spingono gli incendiari ad agire. Un dato estremamente preoccupante all’inizio di questa estate rovente che ha già  visto superare quota 1.000 roghi e che conferma il ritardo di quelle amministrazioni che invece dovrebbero avere un ruolo strategico nell’arginare la piaga degli incendi. Il 57% dei comuni non realizza attività  di avvistamento dei focolai, di prevenzione e manutenzione dei boschi e risulta praticamente al palo la realizzazione di mirate attività  locali di informazione alla popolazione: soltanto un comune su otto è attivo in questo senso. Sono 17 le amministrazioni che quest’anno si aggiudicano le bandiere “Bosco Sicuro” di Legambiente e del Dipartimento della Protezione Civile, il riconoscimento assegnato ai comuni più meritori nella mitigazione del rischio incendi, tra queste Roma e La Spezia. Importanti esempi per tutto il Paese che dimostrano come una piena applicazione della legge ed un’efficace azione di mitigazione del rischio incendi boschivi sia possibile. Fa piacere che la Campania conquisti ben 5 vessilli, a testimoniare come nel Mezzogiorno si possa lavorare bene su questo fronte. Sono questi alcuni dei dati di “Ecosistema Incendi 2006”, la prima indagine realizzata in Italia per fotografare la reale situazione dei comuni italiani nella lotta agli incendi boschivi. “Il meglio dell’Italia si mobilita sempre di più per salvare quei boschi che contribuiscono a rendere unico il nostro BelPaese, – spiega Francesco Ferrante, direttore generale di Legambiente e senatore dell’Ulivo – territori di incredibile bellezza e importanza ambientale su cui sempre di più tante economie locali fondano le loro radici. Un impegno delle istituzioni, del volontariato e de cittadini che sta portando estate dopo estate – continua Ferrante – ad una positiva inversione di tendenza. Negli ultimi sei anni infatti si riducono consistentemente gli ettari percorsi dal fuoco e la media degli ettari percorsi per incendio. Nel 2005 ogni incendio boschivo ha percorso in media sei ettari di territorio, contro gli oltre 13 del 2000 e i 9,5 del 2003. Ma in un Paese dove la maggior parte degli incendi sono dolosi, il ritardo dei comuni nella realizzazione del catasto delle aree percorse dal fuoco rappresenta una gravissima stonatura – conclude Ferrante – per una problematica che resta una vera e propria emergenza nazionale”. Le campagne di sensibilizzazione realizzate dal Dipartimento dell Protezione Civile, dal Corp forestale dell Stato e dall’associazionismo, portano a un calo degl incendi dovuti ad imprudenza; il potenziamento della flotta aerea, l’organizzazione dello spegnimento a terra e le reti di avvistamento hanno permesso una costante diminuzione delle superfici bruciate negli ultimi anni I comuni che dovrebbero eliminare a monte la possibilità  di speculare sulle fiamme, fermando cosi gli incendi dolosi, sono ancora troppo spesso inadempienti nei confronti di una legge ormai in vigore da oltre cinque anni Per realizzare l’indagine è stato inviato un questionario a tutt 2.554 comuni italiani che nel biennio 2003/2004 hanno subito almeno un incendio con una superficie percorsa dal fuoco pari o superiore all’ettaro, al quale hanno risposto 395 amministrazioni comunali dal Nord al Sud del Paese, oltre il 15% del campione. Proprio su queste amministrazioni si è basata l’analisi dei dati di Ecosistema Incendi. L’indagine realizzata nell’ambito di Non scherzate col fuoco, campagna nazionale per contrastare gli incendi di Legambiente e Dipartimento dell Protezione Civile realizzata in collaborazione con gli scout dell’AGESCI e de CNGEI, l’Associazione Nazionale Vigili del Fuoc in Congedo, l’Associazione Nazionale Alpini, la Regione Sicilia e la Regione Marche, ha preso in esame le azioni che i comuni sono tenuti a realizzare per contrastare il rischio incendi boschivi. La presenza di un responsabile di protezione civile, la realizzazione del catasto delle aree percorse dal fuoco, la presenza di un piano comunale contro gli incendi, la realizzazione di campagne informative mirate, la manutenzione dei boschi, la realizzazione di reti di avvistamento e il supporto al volontariato di protezione civile.

DPEF, IL GOVERNO LO APPROVA

UN INTERO CAPITOLO DEDICATO ALL’AMBIENTE, COME CHIAVE FONDAMENTALE PER LA COMPETITIVITà€ DEL PAESE” 

“Finalmente un’interpretazione degna del ‘settore’ Ambiente”. Lo dice il Senatore dell’Ulivo Francesco Ferrante, direttore generale di Legambiente, prendendo visione del testo del Dpef appena approvato dal governo e che dedica un intero capitolo all’ambiente come componente essenziale di una strategia volta a rafforzare la competitività  del paese. “Naturalmente – continua Ferrante – ci riserviamo, come sempre, una lettura più accurata. Intanto però salutiamo con favore un Dpef che tratta argomenti fondamentali quali la Valutazione ambientale Strategica, ma anche la gestione delle acque, la tutela della natura, bonifiche e rifiuti e risorsa mare”. All’interno del capitolo non manca il Protocollo di Kyoto e le strategie energetiche (comprese fonti rinnovabili, sviluppo delle “agro-energie” ed efficienza energetica) e di politiche di contenimento della domanda. “Certamente, – conclude Ferrante – ci possiamo ritenere soddisfatti per l’accezione che finalmente l’ambiente ottiene. Speriamo che non resti lettera morta, ma ci siano azioni politiche concrete, e naturalmente provvedimenti adeguati in Finanziaria, vero banco di prova”.

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